Pedara, al via la gara per il centro multifunzionale - QdS

Pedara, al via la gara per il centro multifunzionale

redazione

Pedara, al via la gara per il centro multifunzionale

Simone Olivelli  |
sabato 07 Settembre 2024

Il progetto, approvato a luglio, sarà realizzato grazie ai fondi provenienti dal Ministero degli Interni. L’opera sarà destinata alla Protezione civile, ma anche a donne e minori vittime di violenza

PEDARA – Avrà una duplice funzione l’immobile che a Pedara sarà realizzato grazie ai fondi destinati dal Ministero degli Interni al recupero e alla rifunzionalizzazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata. L’opera, che sorgerà in via Arrigo Boito, sarà destinata alla Protezione civile, sotto forma di centro multifunzionale, ma anche a donne e minori vittime di violenza.

A Pedare bene confiscato alla mafia diventa centro multifunzionale

Il progetto, approvato a luglio, è al centro di una gara d’appalto pubblicata giovedì dal Comune. L’importo a disposizione è di un milione e 180 mila euro, di cui poco meno di 860 mila euro sono la base d’asta relativa ai lavori da effettuare. Le imprese che vorranno ambire alla costruzione dell’edificio dovranno presentare un ribasso, tenendo conto che la questione del prezzo sarà dirimente per ottenere l’affidamento dell’appalto: a differenza di altri bandi, infatti, in questo caso non è richiesto ai partecipanti presentare delle migliorie tecniche, rispetto al progetto di partenza, a cui assegnare punteggi.

Per le ditte edili in possesso delle certificazioni necessarie a effettuare lavori di categoria Og1, ci sarà tempo fino alle ore 10 del 7 ottobre per presentare le offerte, dopo di che il programma prevede nella stessa giornata l’apertura delle buste. Una volta aggiudicato l’appalto, per l’impresa ci saranno trecento giorni di tempo per completare l’opera.

“In ragione delle specifiche caratteristiche dell’appalto e dell’esigenza di rafforzare il controllo dei luoghi di lavoro e di prevenire il rischio di infiltrazioni mafiose – si legge nel disciplinare di gara – le prestazioni relative alla categoria prevalente possono essere subappaltate nel limite del 49 per cento ma non possono, a loro volta, essere oggetto di ulteriore subappalto”. Una restrizione rispetto alla linea generale prevista nel nuovo codice degli appalti che ha introdotto il cosiddetto subappalto a cascata.

Il centro multifunzionale costruito in un terreno che affaccia su via Boito

Come detto, il centro multifunzionale e gli alloggi riservate alle persone vittime di violenza verrà costruito in un terreno che affaccia su via Boito. Si tratta di un lotto la cui superficie complessiva si aggira sui 1.700 metri quadrati.

“Il progetto – si legge nei documenti visionati dal Quotidiano di Sicilia – propone un immobile costituito da un unico corpo di fabbrica su una pianta a forma di ‘L’ specchiata, con due elevazioni fuori terra e copertura piana, caratterizzato da una duplice destinazione d’uso”.

Per quanto concerne la struttura che sarà riservata a immobile rifugio si tratta di un “blocco residenziale composto da tre mono-alloggi, di superficie calpestabile pari a circa 60 metri quadrati ciascuno, di cui uno al piano terra e due al piano primo”.

Il progetto contiene anche i dettagli dell’allestimento dei singoli alloggi, che avranno accessi indipendenti l’uno dall’altro: una camera da letto, un vano destinato a soggiorno-cucina, una zona lavanderia-ripostiglio, un locale destinato a servizi igienici dotato di doccia, lavabo, bidet e water e infine da un disimpegno centrale.

Una parte del centro multifunzionale destinato alla Protezione civile

L’area che invece sarà a disposizione della Protezione civile sarà composta da otto uffici singoli, sette al piano terra e uno al primo piano. “Al piano terra, oltre i vani adibiti ad uffici, sono presenti anche due locali destinati a servizi igienici collettivi distinti per sesso, un wc per persone diversamente abili, una sala riunioni e tre depositi il tutto – viene specificato nel progetto raccordato da un corridoio centrale collegato direttamente con la hall di ingresso avente accesso dal prospetto nord.

Infine, ancora al piano terra, con accesso esclusivamente esterno ed indipendente, dal prospetto Sud, è stato previsto un locale tecnico all’interno del quale verranno posizionate tutte le apparecchiature di gestione e controllo degli impianti sia elettrici che meccanici”.

Sul fronte energetico e della gestione degli scarichi, leggendo il progetto emergono le contraddizioni che ancora oggi caratterizzano larga parte del territorio etneo: da un lato, il progetto, in linea con le previsioni di legge in materia di costruzione di nuovi edifici e ristrutturazioni rilevanti, prevede l’installazione di un impianto fotovoltaico per la produzione di energia rinnovabile; dall’altro, si sottolinea che “l’impossibilità di avere a disposizione un’infrastruttura comunale per il recapito delle acque reflue rende necessario l’utilizzo di un ricettore finale diverso dalla pubblica fognatura”.

La soluzione che verrà adottata è quella della “posa di una fossa biologica tipo Imhoff e, a valle di quest’ultima, di un pozzo disperdente per l’immissione dei liquami chiarificati nel sottosuolo”.

A essere incluso nel progetto è anche un impianto di recupero delle acque meteoriche con lo scopo di consentirne il riutilizzo per il riempimento delle cassette dei servizi igienici e per l’irrigazione delle aree a verde che verranno realizzate attorno all’edificio. “La crescente consapevolezza dei cambiamenti climatici e della crescente pressione sulla disponibilità di acqua potabile ha portato alla ricerca di soluzioni innovative per affrontare questa sfida”, hanno scritto i progettisti.

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