Pedopornografia, ricattava minori, arrestato a Catania - QdS

Pedopornografia, ricattava minori, arrestato a Catania

Pedopornografia, ricattava minori, arrestato a Catania

sabato 24 Luglio 2021

I Carabinieri hanno portato in carcere un giovane di 27 anni ritenuto colpevole di abusi e violenze su minorenni tra i tredici e i sedici anni delle quali aveva conquistato la fiducia

Un giovane di 27 anni, Orazio Giuseppe Battaglia, è stato arrestato a Catania dai Carabinieri con l’accusa di abusi e violenze seriali nei confronti di minorenni.

Un’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal Gip del Tribunale di Catania per i reati di pornografia minorile, prostituzione minorile, estorsione e atti persecutori con le aggravanti della minorata difesa e dei motivi abbietti.

L’indagine, coordinata dalla Procura etnea e condotta dal Nucleo Operativo dei carabinieri di Catania, prende spunto dalla denuncia di una ragazza di sedici anni, che nell’agosto del 2017 aveva raccontato di essere stata contattata attraverso i social dall’indagato e di essere stata vittima di abusi sessuali da parte del giovane.

L’immediato sequestro del telefono cellulare di Battaglia e la successiva analisi dei suoi contenuti aveva permesso di riscontrare quanto riferito dalla sedicenne ma soprattutto di svelare abusi anche nei confronti di altre cinque minorenni di età compresa fra i tredici e i sedici anni.

Tutte sarebbero state vittime di un consolidato modus operandi dell’indagato che, dopo aver individuato in rete le ragazze più fragili e quindi più facili da adescare, raccoglieva informazioni personali sul loro conto e si adoperava, tramite chat e videochiamate, ad instaurare con loro un rapporto di confidenza.

Acquisita la fiducia delle minori chiedeva loro in modo ossessivo e reiterato l’invio di foto o video in atteggiamenti inequivocabili.

In caso di rifiuto, l’indagato minacciava le giovani vittime di riferire delle conversazioni o dell’invio delle foto compromettenti ai genitori e ai fidanzati, ai servizi sociali o ai Carabinieri o di pubblicare i loro numero di telefono su internet.

Così le terrorizzava e continuava a estorcere loro materiale pedopornografico.

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