Di fronte alle difficoltà di una Legge Finanziaria che dalle prime valutazioni necessita almeno di circa 30 MLD di euro di risorse, molto complessi da reperire nel Bilancio Nazionale, la retorica e la narrazione del centrodestra, e del Governo, hanno subito invaso i media nazionali con una effluvio di parole, e concetti, tesi ad avvalorare l’idea, e ad accreditare il pensiero, che la maggioranza ed il Governo dureranno cinque anni ( p.s.: ormai ne restano quattro) e che quindi c’è tutto il tempo per affrontare le questioni prioritarie che al momento – differentemente da quanto promesso in campagna elettorale – vengono rinviate.
A questa “dose sovrabbondante” di ottimismo e serenità, distribuita a destra ed a manca da lunedì – giorno della ripresa dell’attività politica – dai componenti della maggioranza che sostiene l’esecutivo meloniano, fa purtroppo da “contraltare” e da “cartina tornasole” la situazione che gli italiani normali si trovano ad affrontare.
Al ritorno dalle vacanze estive ( per chi le ha potute fare) gli italiani hanno trovato le bollette aumentate, il carrello della spesa più caro, la benzina prossima ai 2 euro al litro, e tante altre situazioni peggiorate, in poche parole la presa d’atto della perdita del potere d’acquisto delle loro entrate familiari.
Questa situazione fa immediatamente capire, agli italiani normali, i quali spesso non partecipano alla riunione annuale del Forum Ambrosetti di Cernobbio, che i temi: della riduzione del cuneo fiscale, del taglio delle accise sui carburanti, del sostegno alle famiglie monoreddito ed alle giovani coppie, dell’incremento del fondo sanitario nazionale, dell’aumento delle retribuzioni, della riforma degli ammortizzatori sociali, non sono soltanto urgenti, ma effettivamente non più dilazionabili.
Sono proprio questi temi, oltre al rispetto dei vincoli europei, quelli che potrebbero nel breve, contrariamente a quanto afferma la narrazione e la retorica del centrodestra e governativa, portare ad evoluzioni dell’attuale quadro politico che i mercati mondiali sarebbero costretti, dal permanere della situazione economica italiana, a valutare, così com’è stato in un recente passato; ha concluso Fabio Desideri, presidente di Pensiero Popolare Italiano.
