C’è un modo che consente di uscire anticipatamente dal mondo del lavoro, motivo per cui è fondamentale essere ben informati sulle regole per l’accesso alla pensione nel 2025. Infatti, per quest’anno è previsto l’accesso alla pensione alle persone che abbiano almeno 67 anni (pensione di vecchiaia) o 42 anni e 10 mesi di contributi (per quella anticipata).
Ma ci sono dei modi alternativi per l’accesso alle pensione? Sì, esistono delle soluzioni che consentono l’accesso anche a soli 61 anni d’età.
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Pensione a 61 anni: il trucco
Uno dei metodi più efficaci per anticipare l’uscita dal lavoro è particolarmente vantaggioso per quei dipendenti che, in accordo con l’azienda, cercano una soluzione per smettere di lavorare in anticipo.
Anche per l’azienda, infatti, questa operazione può rappresentare un’opportunità, favorendo il ricambio generazionale. Si tratta di un vero e proprio trucco, in quanto mette insieme una combinazione di misure che ben incastrate tra loro permettono di uscire anticipatamente dal mercato del lavoro continuando a beneficiare di un sostegno economico. Ma vediamo un attimo i passaggi.
Il licenziamento
Il primo passaggio è discuterne con l’azienda ed è necessario il licenziamento. Non ci si può dimettere, poiché si tratterebbe di cessazione volontaria del lavoro, questa procedura è una perdita involontaria.
Il datore di lavoro potrebbe essere interessato al ricambio generazionale all’interno dell’azienda e favorire nuovi ingressi di personale. Questo licenziamento può essere compiuto a 61 anni e 2 mesi di età e con 28 anni di contributi.
L’indennità di disoccupazione
Una volta fatto il licenziamento si deve fare domanda di indennità di disoccupazione Naspi che spetta per una durata pari alla metà delle settimane contributive maturate negli ultimi 4 anni. Essa spetta per un periodo di due anni per chi ha avuto una lunga carriera. In questo periodo, coperto da contribuzione figurativa, spetta un’indennità così calcolata:
- 75% della retribuzione media per i primi 1.425,21 euro;
- 25% per la parte restante fino a un massimo di 1.550,42 euro.
Per esempio: un lavoratore che al momento della cessazione del lavoro guadagnava 2.500 euro lordi. Di indennità percepisce 1.336 euro per i primi 7 mesi: dopodiché per ogni mensilità scatta una decurtazione mensile del 3%, fino a scadenza naturale del beneficio. Più si va avanti nel tempo e più l’importo percepito si riduce, tanto da scendere sotto i 1.000 euro in prossimità della scadenza (arrivando fino a 845 euro nell’ultima mensilità).
L’Ape sociale
Al compimento dei 63 anni e 2 mesi la Naspi scade. A questo punto bisognerà attendere 3 mesi, per poi fare domanda per l’Anticipo pensionistico conosciuto come Ape Sociale. Si può accedere a questo strumento a 63 anni e 5 mesi, 30 anni di contributi ed essere disoccupati, per perdita involontaria del lavoro, e aver cessato da almeno 3 mesi della relativa indennità di disoccupazione.
Come funzione? Una volta accolta la richiesta viene riconosciuta un’indennità sostitutiva della pensione pari all’importo della rata mensile di pensione calcolata al momento della richiesta dell’indennità, fino a un massimo di 1.500 euro.
La pensione
Appena compiuti i 67 anni d’età si percepisce la pensione. Ci sarà un ricalcolo dell’importo, considerando il coefficiente di trasformazione maggiore rispetto a quello utilizzato per l’Ape Sociale.
Però, l’importo della pensione stessa sarà più bassa rispetto a quello che sarebbe spettata con il procedimento classico di accesso. Ci sono meno contributi versati: ne risentirà l’importo che risulterà dal calcolo della pensione.

