Sistema contributivo o misto. Le strade per arrivare ai mille euro mensili
Per il nuovo anno in arrivo, cambierà qualche dettaglio nell’ambito delle pensioni. Dalle occasioni di anticipo (CLICCA QUI per conoscere i dettagli), agli importi erogati agli spettanti. Nel 2025, però, come sarà possibile arrivare a 1.000 euro al mese di pensione?
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Le strade sono certamente insidiose e molto difficili (basti pensare che, come stilato dall’INPS, sono 4,8 milioni i pensionati che non riescono a raggiungere questo importo) ma in seguito forniremo una guida utile a tutti i soggetti interessati, stilando una lista di requisiti e modalità utili per poter ottenere una pensione “consistente“.
Pensioni, contributivo o misto. Le strade per arrivare ai 1.000 euro
Tra il 2024 e l’imminente 2025, le pensioni minime potranno godere di un piccolo aumento. Tuttavia, parliamo di una cifra appena superiore ai 2 euro al mese, arrivando a toccare i 616,67 euro. Dunque, ancora molto lontani dalla quota 1000 mensile, che – in certi casi – si può raggiungere attraverso una combinazione difficile tra anni di lavoro, contributi versati ed età del pensionamento.
Considerando che stiamo parlando di importi netti, dato il tasso dell’imposta applicata, il 23%, i costi di detrazione e agli addizionali regionali, per arrivare alla cifra netta di 1.000 euro al mese il lordo annuo dovrà essere di circa 14.900-15.000 euro. Ma come arrivarci? Nel caso contributivo – dunque con il sistema di calcolo in cui si prendono tutti i contributi versati durante la carriera e la successiva trasformazione in pensione attraverso un apposito coefficiente – bisogna aver guadagnato una cifra vicina ai 38.890 euro se va in pensione all’età prevista (i famosi 67 anni) e con 20 anni di contributi. Nel caso in cui i contributi fossero 30, per raggiungere la cifra dei 1.000 netti al mese il guadagno dovrà essere di 26.000 euro, 19.500 circa con quarant’anni di contributi. Nel caso misto, invece, sarà possibile ricevere una pensione mensile di 1.000 euro netti con un assegno annuo di circa 14.900 euro. Una strada leggermente più semplice se paragonata a quella del sistema contributivo.
Pensioni, il tasso di rivalutazione. Gli importi dal 1° gennaio 2025
Per aggiornare le pensioni verrà utilizzato il meccanismo originariamente previsto dalla legge n. 448 del 1998. Questo sistema prevede solo tre fasce con relative percentuali di rivalutazione, con la differenza che il tasso ridotto si applica solo sulla parte dell’assegno che supera la soglia prevista.
Con la legge di Bilancio 2025 il governo aveva stimato un tasso di rivalutazione dell’1%, confermando la rivalutazione straordinaria già applicata nel 2024. Questa però è stata portata dal 2,7% al 2,2%. Di fatto, le pensioni minime sarebbero così salite da 614,77 euro a 617,89 euro, un incremento di 3 euro molto criticato.
Pensioni minime, invalidità e assegno sociale
Con la rivalutazione dello 0,8% però il governo sarà obbligato a fare un altro sforzo. Alle condizioni attuali, infatti, si passerebbe da una pensione minima di 598,61 euro a una di 603,39 euro. Per effetto della rivalutazione straordinaria del 2,2% ci sarebbe un ulteriore incremento a 616,67 euro. Sarebbero quindi meno di 2 euro in più rispetto allo scorso anno, una cifra davvero povera per chi invece puntava a 1.000 euro di aumento.
Ricordiamo che la rivalutazione si applica anche a pensioni di invalidità civile e Assegno sociale. Per le prime si passerà da 333,33 euro mensili a 336 euro circa. Per quanto riguarda, invece, la cosiddetta “pensione” sociale l’importo sale da 534,41 a 538,68 euro.