Da gennaio 2023 scatterà la rivalutazione delle pensioni in base ai dati sull’inflazione del 2022. Il ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti ha firmato il decreto che dispone a partire dal 1° gennaio del prossimo anno un adeguamento pari a +7,3% delle pensioni dei cittadini.
L’aumento, come previsto dalla normativa vigente, è stato calcolato sulla base della variazione percentuale che si è verificata negli indici dei prezzi al consumo forniti dall’Istat il 3 novembre 2022.
Grazie alla rivalutazione automatica nel 2023 i pensionati riceveranno aumenti piuttosto cospicui sul loro trattamento.
I trattamenti pensionistici erogati dall’Inps vengono infatti sottoposti annualmente a una revisione degli importi in modo che risultino più adeguati al costo della vita. Questa revisione è detta perequazione e ha l’obiettivo di proteggere il potere d’acquisto delle pensioni rispetto all’aumento del tasso di inflazione.
Ricordiamo che da quest’anno le regole sono molto più generose per i pensionati rispetto a quelle applicate negli ultimi anni e con i precedenti governi.
Si attua, così, una rivalutazione piena al 100% per le pensioni fino a 4 volte il minimo, al 90% sulla quota di pensione tra quattro e cinque volte il minimo e del 75% sulle pensioni oltre cinque volte la quota minima.
In buona sostanza ciò vuol dire che chi percepisce una pensione fino a 4 volte il minimo recupererà nel 2023 tutto (o quasi tutto) il potere d’acquisto che ha perso a causa dell’aumento dei prezzi.
Ma anche per chi ha una pensione di importo superiore gli aumenti saranno significativi.
Già con il decreto Aiuti bis, approvato dal consiglio dei ministri il 4 agosto, era stata introdotta un’ulteriore misura di sostegno per permettere ai pensionati di contrastare l’impennata dell’inflazione e il rincaro delle bollette energetiche.
L’articolo 21 del Decreto Aiuti bis prevede infatti i seguenti due interventi:
Dal mese di gennaio 2023 scatterà anche la rivalutazione dei trattamenti pensionistici che come abbiamo visto comporterà un adeguamento pari al 7,3%.