Nel 2026 la rivalutazione delle pensioni avrebbe un costo di circa cinque miliardi. Questa la cifra calcolata al lordo del ritorno fiscale, generata dagli aumenti che costituirebbero la base di partenza predisposta dalla legge di bilancio. Il calcolo a legislazione vigente parte dall’inflazione acquisita per il 2025 che, secondo i dati diffusi ad agosto, è al momento all’1,7%.
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Rivalutazione pensioni 2026, la spesa
La spesa prevista per le pensioni per il 2026, tra cui quelle assistenziali, è di circa 355 miliardi. Se l’1,7% si applicasse incondizionatamente a tutta la spesa le risorse necessarie sarebbero superiori a 6 miliardi, ma si deve considerare la rivalutazione sulla base delle fasce di reddito da pensione come previsto dalla legge di bilancio 2025 e questo porterebbe la spesa a scendere intorno ai 5 miliardi.
Tante le ipotesi che si sono susseguite ad agosto tramite il sottosegretario al Ministero del Lavoro della Lega Claudio Durigon di utilizzare il Tfr come rendita per anticipare l’uscita dal lavoro all’età di 64 anni. Ma l’impegno del governo Meloni sarà focalizzato anche sul blocco dell’aumento di tre mesi dell’età pensionabile previsto dalla legge Fornero a partire dal 2027.
Le proposte di Forza Italia
Il tutto potrebbe costare circa tre miliardi di euro. Una mano in termini di coperture potrebbe arrivare dal calo dei rendimenti dei titoli Stato e dalla conseguente minore spesa per interessi. Il tesoretto accumulabile in due anni potrebbe essere di circa 13 miliardi di euro.
Ma non solo la Lega tiene banco sulle questioni economiche, anche Forza Italia detta le linee sulle priorità del partito di governo. Nelle riunioni interne, guidate da Antonio Tajani, sono state riportate undici richieste per dare respiro ai salari. La proposta forzista è l’abbassamento dell’aliquota Irpef al 33% per i redditi fino a 60mila euro. Non manca anche la detassazione di premi di produzione, straordinari, festivi e tredicesime, come annunciato proprio ieri dallo stesso Tajani, e sui salari più bassi.
Altra proposta degli azzurri è l’Ires premiale, che potrebbe essere stabilizzata anche sulla spinta delle richieste di Confindustria. Infine, sulle banche, oggetto prediletto della manovra-mercato di quest’estate l’invito è di “proseguire nel metodo del confronto con il sistema bancario per ottenere sostegno all’economia”, senza entrare per il momento nel merito di nuove possibili tasse.
Foto di Gerd Altmann da Pixabay

