Nei prossimi giorni il cedolino della pensione di febbraio verrà pubblicato online e potrà essere consultato attraverso l’apposito servizio presente nell’area personale MyInps. Qui i pensionati avranno risposta alla domanda su cosa c’è sull’assegno e la cattiva notizia è che non ci saranno altri aumenti dopo quelli – di qualche euro – già riconosciuti a gennaio. L’importo è sempre quello rivalutato in base al tasso di inflazione dello 0,8%, ma appunto sarà lo stesso già pagato il mese scorso. Non sono previsti altri incrementi.
Le trattenute
Al contrario, non mancheranno le trattenute. A tal proposito, ricordiamo che a fine anno scorso l’Inps ha effettuato il ricalcolo a consuntivo – il cosiddetto conguaglio – delle ritenute erariali relative al 2024, in riferimento a Irpef e addizionali regionali e comunali a saldo, sulla base dell’ammontare complessivo delle sole prestazioni pensionistiche erogate dall’Istituto.
Da questa operazione ne potrebbe risultare che nel corso del 2024 sulla pensione sono state applicate mensilmente delle trattenute in misura inferiore rispetto a quanto invece sarebbe stato dovuto su base annua. Per questo motivo l’Istituto, in qualità di sostituto d’imposta, ne ha dovuto trattenere la differenza, il che può essere avvenuto in un’unica soluzione tra gennaio e febbraio, fino a saldo del debito, oppure in più tranche.
Nel dettaglio, la rateizzazione del debito da conguaglio è un diritto di quei pensionati con reddito annuo non superiore a 18 mila euro, per i quali il ricalcolo delle ritenute erariali ha determinato un conguaglio a debito di importo superiore a 100 euro. Per questi il debito viene trattenuto in 11 rate, da gennaio a novembre appunto. Si ricorda che le somme conguagliate saranno comunicate all’interno della Certificazione Unica 2025, la quale sarà disponibile a marzo.
Indipendentemente dal conguaglio, poi, sulla pensione di febbraio – così come nel resto dell’anno – l’Inps effettua la trattenuta Irpef, calcolata sugli stessi scaglioni già applicati nel corso del 2024. Quindi, per i primi 28 mila euro di reddito l’aliquota è del 23%, fino a 50.000 è del 35% (ma il governo sta valutando un taglio di uno o due punti) mentre sopra questa soglia sale al 43%. Ma prima ovviamente ci sono le detrazioni da calcolare, per quanto ricordiamo che dal 2025 non si applica più quella per figli a carico se di età superiore ai 30 anni.
Per quanto riguarda le addizionali, invece, sul cedolino di febbraio ci sono solo quelle regionali e comunali in saldo per il 2024, trattenute in 11 rate da gennaio a novembre. Da marzo ritornano invece anche quelle comunali in acconto per il 2025, le quali proseguono sempre fino a novembre.
Non subiscono trattenute fiscali, invece, le prestazioni di invalidità civile, le pensioni o gli assegni sociali, le prestazioni non assoggettate alla tassazione per particolari ragioni.
Quando viene pagata la pensione di febbraio
Il primo del mese è un sabato, giorno considerato come “bancabile” solamente nel caso di Poste Italiane. Coloro che quindi hanno la pensione accreditata su un conto corrente postale ricevono i soldi già sabato 1 febbraio. Discorso differente per chi invece ha indicato l’accredito su conto corrente bancario: per questi il primo giorno bancabile del mese coincide infatti con lunedì 3 febbraio.
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