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Pensioni, si cambia col piano di Meloni e Calderone: la novità Quota 100 o 102 flessibile

Pensioni, si cambia col piano di Meloni e Calderone: la novità Quota 100 o 102 flessibile
Il ministro del Lavoro Marina Calderone

Corsa contro il tempo per evitare il ritorno alla legge Fornero e l’uscita dei lavoratori a 67 anni di età. Il nuovo ministro: “Ascolteremo le istanze delle parti

Come cambieranno le pensioni col governo Meloni? È la domanda che molti, soprattutto chi ambisce a lasciare il mondo del lavoro a breve, si stanno ponendo. Tra i primi nodi da affrontare per il nuovo governo ci sarà appunto la questione delle pensioni, anche perché senza un intervento normativo da gennaio si tornerebbe alla legge Fornero.

Le rassicurazioni del nuovo ministro

Marina Calderone nuovo ministro del Lavoro, ha assicurato che si metterà subito in azione. “Sapete perfettamente che non mi sottrarrò ai temi. Li affronteremo anche ascoltando le istanze delle parti sociali e di tutti i soggetti portatori di contributi importanti. Poi nei prossimi tempi lasciateci fare tutti i necessari passaggi. Ci mettiamo al lavoro. Anzi, vado al ministero del Lavoro”.

Pensioni, cosa cambia col governo Meloni

Non ci sono ancora proposte vere e proprie ma un’analisi diffusa a maggio scorso dalla Fondazione studi dei consulenti del lavoro, categoria di cui il ministro Calderone era al vertice. In questo report si fa riferimento ad una Quota 100 o 102 “flessibile”. Di cosa si tratta? Questo sistema consentirebbe l’uscita dei lavoratori di età compresa tra i 61 ed i 66 anni con almeno 35 anni di contributi. A beneficiarne sarebbero circa 470 mila lavoratori. In questo modo eviterebbero lo “scalone” della legge Fornero.

Ma sarà una corsa contro il tempo per scongiurare l’obbligo di pensionamento a 67 anni, dal momento che a fine anno scadono Quota 102, Opzione donna e l’Ape Sociale. Quota 102 prevede che si possa andare in pensione a 64 anni con 38 anni di contributi. Opzione donna consente l’uscita per le dipendenti con 58 anni o 59 per le autonome e sempre 35 anni di contributi ed è una norma che il nuovo governo punta a rinnovare. Dubbi sul futuro dell’Ape sociale che consente di andare in pensione da 63 anni per i lavori gravosi.

Le ipotesi Opzione uomo e Quota 41

Gli interventi del governo sarà strettamente collegato alla manovra e alle risorse a disposizione. Oltre all’ipotesi di prorogare Opzione donna e Ape sociale, si sta valutando l’introduzione di Opzione uomo o di Quota 41. Opzione uomo consente di andare in pensione a 58 anni con 35 di contributi e un taglio dell’assegno. Quota 41, misura da tempo caldeggiata dalla Lega e dai sindacati, prevede l’uscita con 41 anni di contributi a prescindere dall’età o da 62 anni. In questo caso il nodo da superare p quello dei costi, che ammonterebbero a circa 5 miliardi l’anno.