La percentuale dei cittadini che percepisce pensioni di importo ridotto è quasi il doppio rispetto al Nord.
Nel Mezzogiorno il numero dei pensionati con redditi pensionistici sotto i 500 euro mensili rappresenta il 13,8%, percentuale più alta rispetto al resto d’Italia. Questo è quanto emerge dal report dell’Osservatorio Inps sulle pensioni e i beneficiari del sistema pensionistico.
Il gap tra Nord e Sud
Nel Centro percentuale intorno al 9,4% e nelle regioni settentrionali al 7,1%. In termini assoluti, il distacco si accentua ancor più se siosservano i pensionati con redditi pensionistici compresi tra 500 e 1.000 euro mensiliche nel Mezzogiorno sono pari al 27,6%, quota che scende al 21,2% nelle regioni del Centro e ancora al 19,2% in quelle settentrionali. Di conseguenza, i pensionati residenti al Nord che percepiscono redditi piùelevati, in particolare compresi tra 1.500 e 2.000 euro mensili, superano di circa 7 punti percentuali quelli del Mezzogiorno e di circa 3 punti quelli del Centro. Infine ipensionati delle classi di reddito pensionistico più alte, oltre i 2.000 euro mensili,
residenti nel Mezzogiorno sono il 21,9%, contro oltre il 30% in ognuna delle due altrearee geografiche.
I beneficiari residenti nel Mezzogiorno presentano, quindi, sia gli importi delle pensioni, sia i redditi pensionistici più bassi rispetto al totale nazionale. La spesa pensionistica italiana relativa all’anno 2020, si distribuisce per il 50,7% nelle regioni settentrionali e per il 28,2% in quellemeridionali e nelle isole; il restante 21,1% è erogato a beneficiari residenti nelleregioni del Centro.
Dall’analisi della distribuzione territoriale di pensioni e pensionati siosserva – spiega l’Inps – che nelle regioni settentrionali si ha un maggior numero sia di pensioni siadi pensionati (rispettivamente il 47,3% e il 47,8% del totale). Gli importi medi delle pensioni sono più elevati al Nord rispetto al resto dell’Italia (+7,1 punti percentuali rispetto alla media nazionale). Osservando i redditi pensionistici pro capite, si notaanche in questo caso che è il Nord la zona geografica con redditi mediamente più alti (+6,1 punti percentuali rispetto al totale nazionale), seguito a breve distanza dalCentro (+5,7 punti percentuali) e Mezzogiorno (+ 4 punti percentuali).
L’incidenza delle pensioni di invalidità
La distribuzione dei pensionati per ripartizione geografica e classe di età mostra andamenti differenti nelle varie ripartizioni. Le regioni settentrionalimostrano una maggiore incidenza tra i pensionati con età superiore ai 54 anni; nel Centro, l’incidenza resta stabile al variare dell’età, con un leggero aumento nel casodei beneficiari con età inferiore a 14 anni o superiore agli 80; infine, il Mezzogiorno detiene la quota maggiore dei beneficiari con età inferiore a 55 anni. Questo deriva principalmente da una maggiore incidenza in questa zona geografica delle pensioni di invalidità, i cui beneficiari sono mediamente più giovani.
A livello nazionale, inoltre, nei primi nove mesi del 2021 sono state liquidate 268.599 pensioni a uomini con decorrenza nell’anno e tra queste 124.246 (il 46,26%) erano anticipate rispetto all’età di vecchiaia.Il dato – sottolinea l’Inps – risente anche delle pensioni di invalidità (19.004) e di quelle ai superstiti (30.046).Le donne sono la maggioranza dei pensionati ma ricevono solo il 44% del reddito da pensione complessivo. Le quote rosa rappresentano il 52% dei 16.041.202 pensionati. Hanno percepito però in media nel 2020 16.233 euro a fronte dei 22.351 medi degli uomini con una differenza del 27%. Alle donne sono stati erogati nell’anno 134.919 milioni di euro complessivi di pensione e a fronte dei 172.771 degli uomini. Nel complesso l’Inps ha erogato per pensioni nel 2020 307,69 miliardi di euro.
Marco Carlino