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Per la strage nella fabbrica di fuochi artificiali si cercano adesso le responsabilità penali

Per la strage nella fabbrica di fuochi artificiali si cercano adesso le responsabilità penali
epa08012344 A handout photo made available by Italian Firefighters Press Office shows Firefighters at work after the explosion in the fireworks factory in Barcellona Pozzo di Gotto, Sicily island, Italy, 20 November 2019. According to reports, at least four people have died and three others are injured after a blast at a fireworks factory. EPA/ITALIAN FIREFIGHTERS PRESS OFFICE HANDOUT HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES

Secondo il procuratore della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto Crescenti, la tragedia potrebbe essere stata “causata anche da una poca attenzione”. Lo scoppio potrebbe essere stato innescato da una scintilla partita da una saldatrice o da piccola sega circolare. Si attendono ulteriori indagini del Ris. Lo strazio della moglie di una delle vittime: “Non so come dirlo ai miei figli”. La famiglia Costa falcidiata dagli incidenti. Il lutto cittadino

Ci potrebbero essere responsabilità penali nell’esplosione di ieri della fabbrica di fuochi d’artificio Costa nelle campagne di Barcellona Pozzo di Gotto che ha ucciso cinque persone e ne ha ferite due. Uno di esse, Bartolomeo Costa, di 37 anni, che con la famiglia gestiva l’azienda, è in gravissime condizioni.

La Procura di Barcellona Pozzo di Gotto sta conducendo un’inchiesta ipotizzando il reato di omicidio colposo plurimo aggravato e incendio colposo.

Si attendono presto nuovi sviluppi

Il procuratore Emanuele Crescenti sta lavorando con i Carabinieri su tutte le ipotesi, sottolineando che al momento il fascicolo è contro ignoti.

Ma presto ci potrebbero essere sviluppi.

Esclusa l’autopsia sulle vittime della tragedia: la moglie del titolare, Venera Mazzeo, 71 anni, e gli operai della ditta Bagnato di Merì che stavano effettuando dei lavori per rendere più sicuro il fabbricato montando delle porte in metallo: Mohamed Taeher Mannai, 39 anni, Giuseppe Testaverde, 34 anni, Vito Mazzeo, 23 anni e Fortunato Porcino, 36 anni.

Migliorano intanto le condizioni di Nino Bagnato, ricoverato al centro grandi ustioni di Catania, figlio del titolare della ditta che stava effettuando i lavori.

Gli investigatori indagano sull’attività degli operai esterni

Proprio sull’attività degli operai si sta concentrando l’attenzione degli investigatori.

La Procura ha disposto accertamenti e rilievi anche al Ris.

Lo strazio della moglie di una delle vittime

“I miei figli ancora non sanno nulla, uno fa il compleanno tra pochi giorni e non so come dirglielo – ha raccontato ancora sotto choc Giada, la vedova di Giuseppe Testaverde – è uno strazio. Io so che non doveva essere lì, ma in un altro posto. Forse l’hanno chiamato, un’emergenza, non lo so…”.

Giada ha parlato del marito come di un uomo “innamorato della sua famiglia: andava a lavorare per venti euro al giorno e non guardava sabato, domenica, festivi per non farci mancare nulla”.

A causare l’esplosione una scintilla partita da un utensile

La duplice esplosione che ha provocato la distruzione della fabbrica sarebbe scaturita da alcune scintille. Queste potrebbero essere partite o dalla saldatrice o da una piccola sega circolare. Entrambi gli utensili erano utilizzati nei lavori disposti dalla Prefettura di Messina per la messa in sicurezza della struttura.

A confermarlo è stato il procuratore Emanuele Crescenti, sottolineando che la tragedia potrebbe essere stata “causata anche da una poca attenzione”.

Lutto cittadino per il giorno dei funerali

Il sindaco di Barcellona Pozzo di Gotto, Roberto Materia, ha annunciato la proclamazione del lutto cittadino per il giorno dei funerali.

“Particolare vicinanza a tutti coloro che sono rimasti coinvolti nell’esplosione della fabbrica di fuochi d’artificio” è stata espressa dall’arcivescovo di Messina, Giovanni Accolla.

Gli incidenti che hanno colpito la famiglia Costa

La fabbrica ha una tragica storia di incidenti e lutti legati al mestiere di produttore di articoli pirotecnici.

La notte tra il 17 e il 18 agosto 1998 sei edifici furono distrutti da un’esplosione, ma in quel momento, fortunatamente, nell’azienda non c’era nessuno.

Alcuni giorni dopo un furgone della ditta carico di materiale pirico esplose nel Comune di San Pier Niceto (Messina): morì un operaio e rimase gravemente ferito il figlio di Nicola Costa, Antonino.

Il giovane però non sopravvisse e morì anche lui alcuni giorni dopo in ospedale per le ferite e le ustioni riportate.

Anche la moglie di Antonino Costa rimase ustionata a un braccio.