Perequazione finanziaria e infrastrutturale - QdS

Perequazione finanziaria e infrastrutturale

Dario Immordino

Perequazione finanziaria e infrastrutturale

venerdì 02 Luglio 2021

Federalismo fiscale, per la Sicilia "obiettivi di perequazione e di solidarietà"

Dario Immordino

*Componente del gruppo di lavoro sulla riforma della contabilità regionale istituito presso la Regione siciliana

Nella rubrica pubblicata lo scorso venerdì 18 giugno, abbiamo spiegato come la legge sul federalismo fiscale prescriva chiaramente che “gli obiettivi di perequazione e di solidarietà” che lo Stato è tenuto a perseguire nei confronti della Sicilia, e “i diritti” della Regione devono essere commisurati alla dimensione della finanza regionale e al costo delle funzioni esercitate in considerazione degli svantaggi strutturali permanenti e dei costi dell’insularità e dei livelli di reddito pro capite.

E le norme sulla cosiddetta perequazione infrastrutturale impongono allo Stato di selezionare le opere da finanziare tenendo conto del “deficit di infrastrutture e di sviluppo, delle carenze della dotazione infrastrutturale, della specificità insulare”, ed in particolare del “divario di sviluppo economico derivante dall’insularità”.

Sinora questi diritti sono rimasti soltanto virtuali a causa della scarsa consapevolezza dimostrata dalla Regione e della sostanziale inerzia della Commissione paritetica, cui è demandata la predisposizione delle norme di attuazione dello Statuto costituzionale.

Negli ultimi anni, infatti, le norme di attuazione ed il negoziato con lo Stato hanno riguardato principalmente le risorse tributarie prodotte in Sicilia ma riscosse fuori dal territorio regionale, le regole contabili, l’attribuzione di alcune funzioni e l’ammontare del contributo alla finanza pubblica, mentre la Regione ha trascurato i diritti concernenti la perequazione finanziaria e infrastrutturale.

Questa sostanziale rinuncia a fondamentali prerogative autonomistiche ha provocato ingenti danni alla finanza regionale, privandola di risorse fondamentali per il sostegno del sistema produttivo e delle prestazioni di welfare, e addossando a carico del bilancio siciliano un contributo alla finanza pubblica sproporzionato rispetto alle condizioni della finanza regionale.

Per avere idea delle conseguenze di questa colpevole inerzia basti considerare che il costo dell’insularità è stato recentemente stimato in circa 6,5 miliardi di euro, la maggior parte degli indici sulla dotazione infrastrutturale sono nettamente peggiorati rispetto allo scorso decennio e il contributo alla finanza pubblica è stato per anni proporzionalmente superiore a quello imposto ad altre regioni.

Questo grave pregiudizio può essere recuperato, almeno parzialmente, ricontrattando l’ammontare delle risorse che la Sicilia deve destinare al risanamento della finanza pubblica alla luce dei parametri indicati dalla legge sul federalismo fiscale, e compensando il surplus pagato in questi anni, seguendo l’esempio di altre regioni speciali.

Oltre a ciò la Regione ha pieno titolo per ottenere un adeguamento delle risorse destinate ad interventi infrastrutturali e misure di welfare nel territorio regionale e a compensare il deficit di capacità fiscale rispetto al resto del territorio nazionale.

A tal fine è necessario procedere, attraverso le norme di attuazione, alla quantificazione del “fabbisogno perequativo” ed alla definizione delle modalità di realizzazione degli obiettivi di solidarietà prescritti dalla legge sul federalismo fiscale.

Tuttavia, anche nelle more dell’adozione delle norme di attuazione, non v’è dubbio che il principio di perequazione e solidarietà istituzionale ed i parametri che lo sostanziano devono ritenersi attivi e vincolanti, e di conseguenza la Regione ha titolo a richiederne l’attuazione.

La carenza delle norme di attuazione comporta, infatti, la mancanza di criteri e modalità di quantificazione delle risorse perequative dovute alla Sicilia, ma non fa venir meno l’obbligo costituzionale dello Stato di rimuovere gli ostacoli che impediscono l’esercizio dei diritti civili e sociali derivanti dal conclamato deficit strutturale ed infrastrutturale siciliano. Questo genere di misure compensative, prescritte da inderogabili disposizioni costituzionali, deve beneficiare di una sorta di priorità rispetto agli interventi volti a realizzare esigenze “ordinarie”, per quanto strategiche e rilevanti.

Tuttavia, in mancanza delle norme di attuazione, per ottenere la soddisfazione dei diritti costituzionali della Regione, si rivela indispensabile evidenziare e dimostrare la strumentalità delle opere e delle misure del Recovery plan regionale a soddisfare il fabbisogno di perequazione finanziaria ed infrastrutturale adeguatamente quantificato, in ottemperanza ai principi e alle regole costituzionali.

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