Arrivano nuovi fondi da parte della Regione Siciliana per ammodernare le infrastrutture preesistenti per la pesca.
Sono 26 i progetti finanziati, secondo la graduatoria provvisoria della misura Feamp 1.43 “Porti, luoghi di sbarco, sale per la vendita all’asta e ripari di pesca” anno 2023. Solo due sono le istanze non finanziate per esaurimento fondi, mentre 3 sono quelle non ricevibili.
Il bando ha una dotazione finanziaria di 3 milioni e mezzo di euro, da spendere per attivare nuove metodologie e strategie per una pesca sostenibile sotto il profilo ambientale, efficiente in termini di risorse, innovativa, competitiva e competente. Si tratta di progetti presentati da una serie di Comuni, distribuiti sull’intero territorio regionale, che riceveranno da un minimo di 18mila euro, a Castellammare del Golfo, ad un massimo di 250mila euro, a Siracusa e Cefalù.
Potenziamento dei porti e delle infrastrutture collegate
La misura rientra nella realizzazione della Strategia Europa 2020 e all’attuazione della Politica comune della pesca (Pcp), con lo scopo di potenziare i servizi portuali dai cui dipende anche la competitività e al miglioramento della sicurezza e delle condizioni di lavoro.
Verranno quindi effettuati investimenti per migliorare le infrastrutture preesistenti dei porti di pesca, delle sale per la vendita all’asta, dei siti di sbarco e dei ripari di pesca, oltre alle strutture per la raccolta di scarti e rifiuti marini, con l’obiettivo di migliorare la qualità, il controllo e la tracciabilità dei prodotti sbarcati, accrescere l’efficienza energetica, contribuire alla protezione dell’ambiente e migliorare la sicurezza e le condizioni di lavoro.
Fondi utilizzabili sia per le strutture che per il personale
Le principali categorie di spese ammissibili riguardano i costi sostenuti per l’attuazione dell’operazione, come, ad esempio, gli stipendi dei dipendenti e di altro personale qualificato, i costi connessi con il luogo in cui avviene l’azione, come i noleggi e le spese di coordinamento.
Ancora, saranno finanziati i costi di investimento chiaramente connessi all’attività di progetto, come l’acquisto di macchinari e attrezzature. Nello specifico, sono spese ammissibili gli interventi di riqualificazione fisica dei porti pescherecci: segnalamenti marittimi luminosi, ormeggi e ancoraggi, la manutenzione o la realizzazione di impianti di videosorveglianza, di illuminazione, di impianti di sicurezza.
Inoltre, si potrà rinnovare l’arredo urbano, aggiungere punti acqua, realizzare impianti per lo stoccaggio ed il recupero dei rifiuti marini; si potranno effettuare investimenti in macchinari e attrezzature strettamente connessi alla funzionalità dei porti di pesca, come il travel lift o la gru per alaggio.
Porti come luogo di commercio e non solo di sbarco
Si può lavorare anche per migliorare le risorse messe a disposizione per lo sfruttamento commerciale dei locali, attraverso la creazione di servizi alle imprese di pesca, come le isole ecologiche per il recupero e lo smaltimento degli oli esausti, batterie, i box per il ricovero degli attrezzi da pesca, la riqualificazione di sale per la vendita all’asta anche attraverso infrastrutturazioni immateriali (sistemi informativi di gestione della sala).
Sempre nell’ottica del servizio ai fruitori dei porti, si potranno acquistare attrezzature e macchinari funzionali alla cantieristica per imbarcazioni da pesca, o realizzare impianti di produzione ghiaccio e di erogazione acque in area portuale, da destinare esclusivamente a operatori nel comparto della pesca.