Pesca sostenibile con la farina di insetti - QdS

Pesca sostenibile con la farina di insetti

Pesca sostenibile con la farina di insetti

domenica 24 Gennaio 2021

La startup Ittinsect punta sulla Sicilia. L’impresa, premiata dall’Impact hub di Siracusa, annuncia che il primo impianto pilota sorgerà nell’Isola

ROMA – “Il nostro obiettivo è quello di eliminare la pesca che non è destinata al consumo umano diretto”. È questo l’ambizioso scopo dell’altrettanto ambiziosa startup Ittinsect, che ha ideato un nuovo tipo di mangime ittico a zero impatto sull’ecosistema marino. Infatti, una delle cause dello spopolamento dei mari in atto, è proprio la pesca legata alla creazione di mangimi a base di farine di pesce.

Secondo Alessandro Romano, uno degli ideatori del progetto vincitore del Challenge Lab 2020 dell’Impact Hub di Siracusa, “un quarto del pesce pescato (parliamo del piccolo pesce azzurro) è destinato all’itticoltura e all’allevamento in generale. Su 80/90 tonnellate di pesce che noi priviamo al mare – aggiunge il project manager di Ittinsect – quasi 20 tonnellate sono destinate ai mangimi dei pesci di allevamento. Cioè, se noi mangiamo una spigola di allevamento da un chilo, stiamo mangiando indirettamente quattro chili di sardine”.

Per cercare di far diventare più sostenibili gli allevamenti ittici, la startup di Romano ha pensato di sostituire le farine di pesce dei mangimi con le farine di insetto. Infatti, levando dal commercio i mangimi attualmente utilizzati negli allevamenti, secondo gli ideatori del progetto, il pescato annuale diminuirebbe di otto milioni di tonnellate e inoltre, ci sarebbe una riduzione anche per quanto riguarda le emissioni di CO2 della filiera, che subirebbero una riduzione di 1,7 milioni di tonnellate all’anno.

“In Italia usiamo delle farine di pesce che vengono importate dal Sudamerica e dal Mare del Nord, quindi siamo i peggiori di tutti, perché il pesce non lo peschiamo sotto casa ma lo importiamo distruggendo ambienti naturali che sono lontani da noi”.

L’innovativo prodotto di Ittinsect è ancora in fase sperimentale, ma l’idea è quella di renderlo commercializzabile entro la metà del 2022. “Stiamo sostituendo – spiega Romano – la farina di insetto alla farina di pesce in vasche sperimentali al 25, 50, 75 e 100 per cento. Abbiamo notato che dal punto di vista dell’appetibilità il nostro prodotto è molto interessante e apprezzato dal pesce. In termini di crescita, anche se ancora è presto per dirlo, non notiamo grandi differenze. Quindi siamo molto ottimisti. Il nostro scopo è diventare produttori di mangimi sostenibili a zero impatto sugli oceani utilizzando solamente insetti e sottoprodotti della filiera agricola industriale (come gli scarti delle noci e le bucce delle arance), riducendo del 50% l’emissione del nostro sistema produttivo”.

Una volta finita questa prima fase di test, la startup sarà pronta per dare il via al primo progetto pilota, che nascerà in un impianto di itticoltura siciliano, grazie ad un accordo con un allevatore locale. “Noi abbiamo il cuore in Sicilia e crediamo nelle sue risorse. Ci sono tanti giovani molto intelligenti (la Sicilia ha uno dei tassi di persone con il quoziente intellettivo più alto d’Italia) e c’è tanta disoccupazione, quindi noi pensiamo che se riuscissimo a fare un impianto produttivo in Sicilia ci avvarremmo di tante menti e di persone con tante capacità in una terra che ci è amica”.

Anche se ancora il progetto di Ittinsect è in fase embrionale, ci sono tante realtà che credono in questa nuova tipologia di prodotti, soprattutto nella nostra Regione.

“C’è grande favore in Sicilia per questo progetto – conclude Alessandro Romano – e aiuti come confcoperative e l’Impacthub stesso ci stanno facilitando molto la creazione di un’impresa. È ancora presto per dire quanti posti di lavoro potremo garantire, ma se dovessimo fare un impianto produttivo nel 2022/2023, sicuramente avremo un fabbisogno di una dozzina di persone che lavorino come tecnici. Ci auguriamo di essere una grande risorsa per la Sicilia”.

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