“E’ necessario un giro di vite nell’azione diplomatica che l’Italia sta portando avanti con la Libia per liberare i 18 pescatori di Mazara del Vallo prigionieri da ormai tre mesi di miliziani che sembra afferiscano al Generale Haftar.
L’opera di negoziazione evidentemente deve essere condotta in maniera diversa, magari includendo il coinvolgimento di Paesi amici che in quell’area esercitano grande influenza, e dell’Ue che possiede intrinsecamente una forza diplomatica importante”. E’ questo il contenuto di una lettera firmata da oltre dieci parlamentari aderenti a diversi gruppi di Camera e Senato nonché da Consiglieri dell’Assemblea Regionale Siciliana e indirizzata al Premier Giuseppe Conte e al Ministro Luigi di Maio per spronare l’esecutivo ad affrontare con rinnovata convinzione la necessità della liberazione dei 18 connazionali entro Natale.
“Sicuramente comprendiamo l’esigenza di riservatezza quando la diplomazia si deve muovere per esplorare le possibilità che la situazione offre – proseguono i parlamentari – ma è indispensabile evitare che tale riserbo, con il tempo, produca un altrettanto comprensibile sensazione di abbandono nelle famiglie, difficile da vincere con gli scarsissimi elementi di cui di fatto si dispone e che si possono proporre ad oggi. Famiglie e armatori che crediamo vadano anche sostenuti economicamente, essendo venuta a mancare la loro fonte di reddito e sostentamento”.
A firmare la lettera sono: Sen. Gregorio de Falco, Sen. Emma Bonino, Sen. Luigi Di Marzio, Sen. Elena Fattori, Sen. Mario Giarrusso, Sen. Gianni Marilotti, Sen. Paola Nugnes, Sen. Marinella Pacifico, Sen. Urania Papatheu, Sen. Matteo Richetti (Senato della Repubblica), On. Eugenio Sangregorio, On.
Doriana Sarli, On. Elisa Siragusa, On. Gloria Vizzini (Camera dei deputati), On.Angela Foti, On. Matteo Mangiacavallo, On. Elena Pagana, On. Valentina Palmeri, On. Sergio Tancredi (Assemblea Regionale Siciliana). La’ lettera e’ inoltre condivisa anche dalla Senatrice Emma Bonino e dal Senatore Matteo Richetti, firmatari con i senatori Saverio De Bonis e Gregorio de Falco di una interrogazione al PdC ed al Ministro degli Esteri.