Lo scorso 12 ottobre un giovane originario di Ragusa è stato picchiato e accoltellato a Milano, lungo il corso Como. La brutale e assurda aggressione è costata quasi la vita al ventiduenne studente della Bocconi che, comunque, per tutto il resto della vita dovrà subirne le conseguenze: rischia di rimanere paraplegico e ha subito danni irreparabili agli apparati urologico e intestinale.
La ricostruzione
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, quella sera la vittima era da sola. Prima uno degli aggressori gli ha chiesto una sigaretta e poi se aveva da cambiare dei soldi. Quando il ventiduenne ha tirato fuori delle banconote, uno dei cinque gliene ha strappata dalle mani una da 50 euro per poi allontanarsi. A quel punto il bocconiano ha provato ad inseguirli, ma il gruppo ha reagito in maniera brutale: calci e pugni anche quando la vittima era a terra. Alla fine, due coltellate: Una al gluteo e l’altra al fianco sinistro.
Lesione al midollo spinale e polmone perforato
Il giovane universitario ha subito la perforazione di un polmone e la lesione del midollo spinale. Sono state necessarie trasfusioni e diverse operazioni salvavita. A rendere tutto ancora più assurdo, la reazione degli aggressori. Uno di loro, infatti, nei giorni successivi si è vantato su TikTok commentando un video della consigliera comunale ed europarlamentare leghista Silvia Sardone che, nell’aula di Palazzo Marino, denunciava l’insicurezza a Milano per i sei accoltellamenti registrati in città nel weekend tra il 25 e 26 ottobre: “Il 7 non l’hanno scoperto ancora”.
L’arresto per tentato omicidio
Nella giornata di ieri gli agenti del commissariato Garibaldi Venezia di Milano hanno arrestato i cinque. L’accusa è di tentato omicidio pluriaggravato e rapina pluriaggravata in concorso. I due maggiorenni sono stati accompagnati a San Vittore, i tre minorenni al Beccaria. Sono tutti ragazzi di Monza e dintorni. Durante la permanenza in commissariato i tre sono stati intercettati. Più volte hanno ammesso, senza sapere di essere ascoltati, le proprie responsabilità, sono scoppiati a ridere. “È in fin di vita, così almeno non parla”, è un’altra delle frasi intercettate. Un altro si augura che l’aggressione sia stata ripresa, per vedere se ha picchiato forte. Uno di loro suggerisce anche di andare a trovare la vittima e mostrarsi pentiti aggiungendo però “in realtà non me ne frega”.
Alla loro identificazione si è giunti non solo grazie alle immagini di videosorveglianza presenti nella zona ma anche grazie alle testimonianze di due ragazze presenti in strada che hanno descritto sia l’aspetto fisico che i vestiti indossati dalla banda di aggressori: quattro italiani, uno di loro è nato in Egitto, tutti residenti nella zona di Monza.
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