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Pfizer licenzia a Catania e spiega al QdS perché, i sindacati, “Logica di rapina”

La casa farmaceutica Pfizer ha annunciato il licenziamento di 210 lavoratori a Catania, i sindacati insorgono e organizzano una manifestazione per il prossimo 4 marzo. La multinazionale spiega in esclusiva al QdS le ragioni della sua scelta.

L’annuncio di Pfizer e la reazione dei sindacati: “Logica di rapina”

Pfizer ha annunciato i tagli del personale alle organizzazioni sindacali nel corso di una videoconferenza nazionale. La decisione, che riguarda lo stabilimento produttivo di Catania, interessa nello specifico 80 lavoratori con contratto in somministrazione che non verranno rinnovati e circa 130 dipendenti effettivi ai quali, in prima istanza, sarà proposto il trasferimento nella sede di Ascoli Piceno.

“Abbiamo chiesto attraverso la deputata Suriano che il ministro Giorgetti spieghi cosa il Governo intenda fare per tutelare i lavoratori – spiega Mimmo Cosentino, segretario regionale di Rifondazione Comunista -. Non possono essere sufficienti eventuali garanzie parziali e ristori.

Che Pfizer sia in crisi, tanto da dover licenziare i dipendenti, pare una barzelletta. Chiediamo che si apra un tavolo di discussione tra le istituzioni (Governo, Regione Siciliana e Comune di Catania) e le parti sociali. E che l’azienda sia obbligata a fornire dati reali e verificabili sugli alibi che fornisce. L’azione che Pfizer anticipa sembra aderire più alla logica della rapina, avendo prima approfittato delle agevolazioni disponibili per la produzione in Sicilia, salvo poi decidere di trasferirla altrove”

Le giustificazioni di Pfizer

“La riconversione del polo di Catania? Non conviene”

“Il sito di Catania non ha le condizioni per poter essere riconvertito nella produzione di trattamenti anti Covid-19, non era e non è una strada percorribile dal punto di vista tecnico ed economico – fa sapere Pfizer al QdS -. La produzione del vaccino è un processo biologico. È straordinariamente complesso in ogni circostanza, figuriamoci durante una pandemia, in cui è fondamentale agire in fretta.

Fino alla fine del 2020, nessun vaccino mRNA era mai stato autorizzato e quindi nessun vaccino mRNA era mai stato prodotto su larga scala da nessuna azienda. Adattare un impianto di produzione con la tecnologia mRNA acquisita e ottenere le approvazioni normative richiederebbe anni e ingenti investimenti. Ciò non toglie che il sito non continui a essere parte integrante della rete globale di produzione e fornitura Pfizer, tanto da aver investito per continuare a garantire la produzione di importanti medicinali iniettabili sterili e antibiotici per i pazienti di tutto il mondo, inclusa la risposta alla pandemia”. 

Il licenziamento dei lavoratori: “Frutto di nostre rivalutazioni”

“Dobbiamo considerare decisioni come queste in un contesto produttivo globale. Pfizer rivaluta periodicamente le attività delle proprie sedi in tutto il mondo al fine di garantire la continuità nella produzione dei farmaci secondo elevati standard di efficienza e sicurezza – aggiunge a proposito dei licenziamenti a Catania -. Il sito continuerà a essere parte integrante della rete globale di produzione e fornitura Pfizer, tanto da aver programmato un intervento di modernizzazione, con un investimento di 27 milioni di euro nei prossimi tre anni.

In questo contesto, Pfizer ha identificato alcuni adeguamenti necessari, dovuti anche al calo della domanda dei volumi produttivi di un antibiotico iniettabile, che purtroppo porteranno a una riduzione dell’organico. In questa fase difficile, i colleghi sono la nostra priorità: stiamo lavorando insieme con le organizzazioni sindacali, per valutare tutte le opzioni possibili e abbiamo identificato ed offerto alcune opportunità, che si potranno concretizzare nel trasferimento all’interno della nostra stessa rete di produzione in Italia, oltre che supportare economicamente l’uscita e facilitare il ricollocamento”.

I prossimi investimenti di Pfizer a Catania

La Sicilia, in Europa, risulta essere tra le regioni ancora in via di sviluppo. E Catania aveva certamente sperato in politiche industriali etiche che potessero potenziare il comparto produttivo, soprattutto a seguito della pandemia. Si è trattato di speranze vane?

“Pfizer vanta una lunga e orgogliosa eredità a Catania dal 1959 e non ha attualmente in programma di chiudere la sua struttura di Catania. Nel periodo 2018-2021 sono stati investiti 36 milioni di euro e nel prossimo triennio 2022-2024 ulteriori 27 milioni di euro saranno investiti per modernizzare il sito e renderlo conforme alle nuove linee guida. Stiamo inoltre pianificando l’introduzione graduale di nuovi prodotti aggiuntivi nel tempo – conclude l’azienda -. La produzione dei medicinali iniettabili sterili e antibiotici è altamente specializzata e complessa e la sede di Catania dispone delle competenze, della tecnologia e delle capacità per garantire la fornitura continua di questi tipi di medicinali di qualità, per mantenere lo standard sono necessari degli adeguamenti periodici. Questi cambiamenti si rendono necessari per garantire il futuro dello stabilimento qui a Catania”.

Lo sciopero del 4 marzo

“Il 4 marzo ci sarà una grossa manifestazione a Catania, i cui dettagli saranno forniti prossimamente, per dire ‘no’ all’economia di rapina della multinazionale – aggiunge Mimmo Cosentino -. La mobilitazione non si deve fermare e tutta la città deve solidarizzare per evitare che il problema resti circoscritto ai cittadini direttamente coinvolti”.