Licenziamenti Pfizer a Catania, "Cambiamenti necessari" - QdS

Licenziamenti Pfizer a Catania, “Cambiamenti necessari”

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Licenziamenti Pfizer a Catania, “Cambiamenti necessari”

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lunedì 07 Febbraio 2022

Tagli al personale nello stabilimento Pfizer di Catania, l'azienda spiega i motivi che porteranno al licenziamento di 210 dipendenti

Lo stabilimento di Catania svolge un ruolo fondamentale per Pfizer, inclusa la risposta alla pandemia” di Covid-19, “la produzione di importanti medicinali iniettabili sterili e antibiotici per i pazienti di tutto il mondo. Il sito continuerà a essere parte integrante della rete globale di produzione e fornitura Pfizer e, infatti, è stato programmato un intervento di modernizzazione, con un ulteriore investimento di 27 milioni di euro nei prossimi tre anni”. Ma “in previsione di questo investimento, Pfizer ha identificato alcuni adeguamenti necessari, dovuti anche al calo della domanda dei volumi produttivi di un antibiotico iniettabile, che porteranno a una riduzione dell’organico”. Spiega così l’azienda farmaceutica americana il motivo degli esuberi annunciati per il polo siciliano.

Confronto con i sindacati

“Nell’ambito dei consueti processi aziendali, Pfizer rivaluta periodicamente le attività delle proprie sedi in tutto il mondo al fine di garantire la continuità nella produzione dei farmaci secondo elevati standard di efficienza e sicurezza”, continua la compagna in una nota. Da qui le decisioni sul sito catanese. “Al fine di supportare tutte le persone coinvolte in questo processo – dichiara Pfizer – l’azienda ha avviato un confronto con i sindacati ed è impegnata a identificare le misure più adeguate“.

Trasferimenti e ricollocamento

Questi cambiamenti, afferma Giuseppe Campobasso, direttore del sito produttivo, “si rendono necessari per garantire il futuro dello stabilimento qui a Catania. In questa fase difficile, i colleghi sono la nostra priorità: stiamo lavorando insieme con le organizzazioni sindacali per valutare tutte le opzioni possibili, e abbiamo identificato ed offerto alcune opportunità che si potranno concretizzare nel trasferimento all’interno della nostra stessa rete di produzione in Italia, oltre che supportare economicamente l’uscita e facilitare il ricollocamento”.

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