La pesante inchiesta giudiziaria a carico del sindaco di Milano, Beppe Sala, e di altre persone interessate alla questione, ha messo in evidenza un fatto che è generale per gli oltre ottomila Comuni del Paese e cioè che il Piano Regolatore di ciascuno di essi non è costantemente aggiornato anno per anno, con la conseguenza che la legge consente le variazioni dello stesso, spesso fatte ad hoc per venire incontro alle richieste delle imprese.
Cosicché, le città sono cresciute in maniera disordinata. Attraversando soprattutto quelle meridionali si notano costruzioni abnormi, che risiedono in zone pericolose o dannose per l’ambiente, non uniformi con quelle circostanti e così via.
La questione in esame non è altro che la fotografia di quanto ogni cittadina/o può vedere percorrendo le strade della propria città.
Nessun Comune è immune da questi difetti e da questa patologia perché attorno ai Piani Regolatori vi sono bramosie di chi vuole costruire al di fuori dell’interesse generale.
Catania, per esempio, ha il Piano Regolatore detto Piccinato, che risale al 1969, cioè a cinquantasei anni fa. Nelle more, però, la Città è cresciuta in modo irregolare e sfasato, le brutture si sono moltiplicate e oggi, per certi versi, è inguardabile, oltre che inabitabile.
È chiaro a tutte/i che il Piano Regolatore è un unicum che tiene conto di tutte le esigenze, ma soprattutto della prima di esse: evitare di cementificare quando esistono centinaia e centinaia di immobili che invece dovrebbero essere ristrutturati. L’aumento dell’asfalto e del cemento inquina l’aria e impedisce il giusto deflusso delle acque, per il mancato assorbimento del terreno, per cui aumentano gli allagamenti di varia gravità.
Dello scempio prima indicato non sono mai stati sanzionati i sindaci, mentre la legge richiesta dovrebbe non solo prevedere il divieto delle varianti ai Piani Regolatori, ma anche la decadenza dei sindaci qualora fossero approvate tali varianti o non vi fosse conformità degli immobili ai Piani.
Sappiamo che la materia è molto delicata perché vorrebbe evitare speculazioni e imbrogli, che sono purtroppo all’ordine del giorno, ma è nostro dovere porre all’attenzione dell’Opinione pubblica, con “l’altra informazione”, tutti gli aspetti di una situazione che è ormai degenerata e che molto difficilmente potrà essere rimessa nella carreggiata della correttezza e dell’interesse generale.
La decadenza dei sindaci, dunque, per violazione dei Piani Regolatori dei Comuni dovrebbe essere la norma di ordine generale che questo Governo dovrebbe approvare in fretta e che sarebbe a costo zero per l’Erario.
Gli speculatori, che vogliono usare la Cosa pubblica per il loro interesse, sarebbero messi all’angolo e si contrasterebbe ogni abuso che deturpa le città.
Cogliamo l’occasione per ricordare che molti Comuni meridionali sono in condizioni finanziarie difficili, per mancati introiti, soprattutto dell’Imu e della Tari. Per quest’ultima non sarà mai troppo tardi l’azione del Governo che ne inserirà la riscossione nelle fatture dell’energia, esattamente come ha fatto per il canone Rai. Non è infatti accettabile che i/le cittadini/e utilizzino il servizio della raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani e non paghino il relativo servizio.
Non sembri incidentale l’inserimento di questo argomento in quello dei Piani Regolatori. Si tratta infatti di un’altra anomalia tutta italiana consistente, appunto, nel fatto che moltissimi/e cittadini/e e imprese non pagano la Tari.
Ancora più anacronistico è il mancato pagamento dell’Imu, relativo a immobili che esistono sui territori comunali e che sembrano fantasmi, nonostante la presenza materiale, perché spesso non risultano neanche accatastati.
Ci chiediamo come sia possibile che i vigili urbani vedano tali immobili-fantasma, ma non vadano a controllare se siano accatastati oppure no. Un mistero ancora irrisolto.

