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Il piano di conquista di Gaza, Israele diviso e mondo in agitazione per il futuro della guerra

Il piano di conquista di Gaza, Israele diviso e mondo in agitazione per il futuro della guerra

La tregua tra Israele e Hamas sempre più lontana, mentre si continua a morire e si temono le conseguenze del nuovo piano di Netanyahu.

Il piano del premier israeliano Benjamin Netanyahu per “prendere il controllo militare completo della Striscia di Gaza“, di fatto attraverso un’invasione via terra, è stato approvato solo da poche ore ma è già tra i più controversi della storia recente di Israele.

Inaspettatamente, tra chi ha manifestato dissenso per il progetto di occupazione c’è anche una figura israeliana di non poco conto. Si tratterebbe del capo di Stato maggiore dell’Idf, Eyal Zamir, che senza mezzi termini ha confermato: “La vita degli ostaggi sarà in pericolo”. Così come in pericolo, e questo la comunità internazionale lo grida a gran voce da settimane, se non mesi, è la possibilità di giungere a una tregua che possa porre fine all’emergenza alimentare, sanitaria e umanitaria.

Il piano di Netanyahu per l’occupazione di Gaza, cosa prevede

Il via libera all’operazione è arrivato al culmine di un vertice di ben 10 ore. L’obiettivo dichiarato è prendere il controllo militare di Gaza City e procedere al disarmo di Hamas liberando gli ostaggi finiti nelle loro mani il 7 ottobre 2023. Il piano – si legge nei documenti – prevede la garanzia di “assistenza umanitaria per la popolazione civile fuori dalle zone di combattimento” e la smilitarizzazione della Striscia di Gaza con “il controllo della sicurezza da parte di Israele” nell’enclave palestinese. Con questa occupazione, nella mente di Netanyahu, si potrebbe poi arrivare alla fine della guerra.

All’origine della decisione di procedere all’occupazione di Gaza ci sarebbe il fatto che per Benjamin NetanyahuHamas non vuole la pace”.

La risposta di Hamas e cosa potrebbe succedere

La risposta di Hamas al nuovo piano per l’occupazione di Gaza non si è fatta attendere molto. L’azione del Governo israeliano – fa sapere il gruppo – sarebbe un disastro per gli ostaggi nelle loro mani: “La decisione di occupare Gaza conferma che il criminale Netanyahu e il suo governo nazista non si preoccupano della sorte dei loro prigionieri (…) Sanno bene che estendere l’aggressione significa sacrificarli”.

Cosa accadrà ora? Difficile dirlo. Si sa soltanto che le ostilità sono ancora aperte e che a Gaza si muore a ritmi infernali. Nella dichiarazione diffusa dall’ufficio di Netanyahu, che ha scatenato un forte dissenso militare e interno, si prevede un piano per la pace in 5 punti:

  • Occupazione di Gaza City;
  • Disarmo di Hamas;
  • Restituzione degli ostaggi a Israele;
  • Smilitarizzazione della Striscia;
  • Il “controllo della sicurezza” da parte di Israele sull’enclave palestinese con “un’amministrazione civile alternativa che non sia né Hamas né l’Autorità palestinese”.

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Ue e non solo, la risposta del mondo

L’occupazione di Gaza e il piano di Netanyahu potrebbero segnare un ulteriore rallentamento nel processo verso la pace. Ma potrebbe anche fare molto di più, segnando un nuovo terremoto nella geopolitica internazionale. Lo conferma il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa, che commenta: “Un’operazione del genere, insieme alla continua espansione illegale degli insediamenti in Cisgiordania, alla massiccia distruzione di Gaza, al blocco degli aiuti umanitari e alla diffusione della carestia, non solo viola l’accordo con l’Ue annunciato dall’Alto Rappresentante (per migliorare la situazione umanitaria di Gaza, ndr) ma mina anche i principi fondamentali del diritto internazionale e i valori universali. Tale decisione deve avere conseguenze sulle relazioni Ue-Israele, che dovranno essere valutate dal Consiglio”.

“La situazione a Gaza rimane drammatica e la decisione del governo israeliano non farà che peggiorarla ulteriormente. La soluzione dei due stati rimane l’unica soluzione sostenibile e a lungo termine per la pace e la sicurezza in Israele e nella regione”, conclude.

Sorprende la posizione degli Stati Uniti, con il vicepresidente J.D. Vance che parla di “obiettivi comuni” con Israele pur manifestando “un certo disaccordo su come raggiungerli esattamente”. L’Italia, invece, prepara una missione per garantire aiuti dal cielo per la popolazione di Gaza, mentre la premier Giorgia Meloni ricorda la “necessità di una cessazione immediata delle ostilità, del rilascio degli ostaggi nelle mani di Hamas e di un accesso degli aiuti pieno e senza ostacoli per porre fine all’ingiustificabile crisi umanitaria in corso nella Striscia” e le opposizioni chiedono un intervento più deciso contro Israele, come pesanti sanzioni.

Preoccupazione soprattutto in Medio Oriente e nell’area Mediterranea. Il Ministero degli Esteri della Turchia di Recep Tayyip Erdogan parla di “duro colpo alla pace e alla sicurezza” della regione, così come chiede alla comunità internazionale di “assumersi le proprie responsabilità per impedire l’attuazione di questa decisione” potenzialmente disastrosa.

Foto Imagoeconomica via IDF