Pietro Busetta, “la previsione del NaDefr impegnativa” - QdS

Pietro Busetta, “la previsione del NaDefr impegnativa”

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Pietro Busetta, “la previsione del NaDefr impegnativa”

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domenica 10 Ottobre 2021

Le previsioni di crescita del prodotto interno lordo della Sicilia contenute nella Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza regionale (NaDefr) e che fanno riferimento agli anni 2021-2024, parlano di una crescita significativa che in soldoni dovrebbe tradursi in un “balzo” della ricchezza prodotta da 79 a 100 miliardi di euro.

Il NaDefr dovrà adesso essere nuovamente rivisto alla luce dell’ultimo aggiornamento del Def che risale alla scorsa settimana e che traccia per il Belpaese uno scenario addirittura più favorevole di quello delineato lo scorso aprile.

Quanto è plausibile che il prodotto interno lordo siciliano possa addirittura doppiare quello dell’Italia registrando una crescita (dal 2021 al 2024) del 26,5% a fronte del 14,7% nazionale?

Abbiamo intervistato alcuni illustri economisti per cercare di capire dove finisce l’ottimismo e dove comincia invece la concreta strategia di sviluppo che la nostra classe politica intende mettere in campo, ma soprattutto per comprendere quale effetto trainante potrà avere il Pnrr sulla crescita di tutto il Mezzogiorno.

Pietro Busetta: “La previsione del NaDefr mi pare estremamente impegnativa”

Pietro Busetta è Professore Ordinario di Statistica economica presso la facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Palermo. È stato, tra le altre cose, Direttore dell’Istituto di Statistica Economica per la ricerca applicata e del Cirmet, Presidente della Fondazione Curella dalla sua costituzione nel 1985 fino al 2018.

Professore Busetta, è verosimiche secondo Lei che il prodotto interno lordo siciliano possa crescere a ritmi tali da raggiungere il valore di 100 miliardi nel 2024?

“In realtà quelle contenute nel NaDefr sono previsioni molto impegnative perché se è vero che per il 2021 ci può essere un dato di recupero, per cui diventa credibile il 7%, per il 2022, 2023 e 2024 la previsione mi pare estremamente impegnativa, estremamente positiva”

Quali sarebbero gli asset che dovrebbero portare ad incrementi tali della ricchezza prodotta?

“L’agricoltura rappresenta il 7% del Pil complessivo, quindi contribuisce per molto poco, l’incremento decisivo dovrebbe venire dai servizi, perché invece il manifatturiero rappresenta soltanto un altro 7% del Pil complessivo. Ed anche se dovesse fare un balzo in avanti potrebbe contribuire con decimali a quel 7% che si raggiungerebbe”.

E quindi?

“Potrebbero essere le costruzioni a dare un loro contributo importante anche per le nuove normative che il Paese si è dato. In realtà non vediamo quegli interventi sull’economia siciliana, come per esempio la messa a regime delle Zes, che possano giustificare dei dati così positivi. Che comunque è ovvio che ci auguriamo che si verifichino. Ma che temiamo possano essere una illusione. A breve usciremo con il report Sicilia del Diste consulting E potremmo dare la nostra visione per i prossimi anni!”

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