L’economista intervistato dal QdS: “Deve farlo per tutti i settori, compreso quello turistico”. “Questo dovrebbe fare se l’obiettivo fosse lo sviluppo dell’Isola e non la sopravvivenza politica”
Qualche giorno fa, le previsioni regionali Svimez per il 2020 che hanno fotografato un Paese “unito” da una recessione senza precedenti ma “divisa” sui tempi di reazione alla crisi, si è aperto il solito dibattito sulla capacità delle singole Regioni di recuperare quanto è andato perduto.
Abbiamo chiesto un commento all’economista Pietro Busetta (Istituto Esperti Studi Territoriali).
Busetta, dalle previsioni regionali di Svimez emerge come le regioni “Covid-free” siano state paradossalmente più colpite, soprattutto nel lungo termine. Per quali ragioni secondo Lei?
“In realtà non dipende dalla epidemia ma dal fatto che le realtà più deboli e fragili risentono in modo più consistente dei rallentamenti della congiuntura. In modo particolare, in un caso come questo che ha protetto molto di più le realtà strutturate. Come fai a proteggere un posteggiatore o un venditore di verdura per strada, abusivi?”
Cosa avrebbero dovuto fare le istituzioni per evitare tutto questo? Perché secondo Lei non lo hanno fatto (incompetenza o altri interessi)?
“Bisognava evitare di chiudere totalmente realtà che avevano pochi casi, bloccando quelle che invece erano molto contagiate. Il ricco Nord ha preferito che si chiudesse tutto perché funzionale, in una visione miope di propri interessi”.
A suo avviso, in che modo l’export potrebbe aiutare a far risollevare la nostra regione dalla crisi? Quali i prodotti strategicamente più utili allo scopo e quali i Paesi eventualmente interessati?
“Il tema è quello strutturale di un apparato produttivo debole e limitato. Bisogna far partire le Zes e attrarre investimenti dall’esterno”.
Quali strategie mirate dovrebbe mettere in campo la Regione siciliana?
“Deve inviare propri funzionari per far arrivare nuovi investitori in tutti i settori compreso quello turistico. Ma questo se l’obiettivo fosse lo sviluppo della Sicilia e non la sopravvivenza politica”.