La Sicilia è la regione che fino a oggi è cresciuta più di tutte le altre rispetto al 2019, ossia l’anno pre-Covid, con un aumento di quasi 11 per cento del Pil reale. A segnalarlo è l’Ufficio studi della Cgia (la Confederazione generale italiana dell’artigianato) nell’analisi tra il 2019 e il 2025 sul dato che in Italia è aumentato del 6,4% mentre in Francia è salito del 5% e in Germania dello 0,2%.
Solo la Spagna può contare su una variazione positiva superiore a quella del nostro Paese che ha raggiunto il 10%. La media dei paesi dell’area dell’Euro si è attestata al +6,2%.
In Sicilia la crescita più alta del Pil dal periodo pre-Covid
Tornando ai dati di casa nostra, la Sicilia ha visto aumentare nel periodo 2019-2025 il proprio Pil reale del 10,9%. Sebbene nell’ultimo biennio sia in corso un rallentamento di una buona parte degli indicatori economici dell’Isola, l’ottimo risultato comunque ottenuto in questi sei anni è dovuto, in particolare, all’andamento delle costruzioni, del turismo e dell’industria.
Settori che hanno potuto beneficiare degli effetti “innescati” dal Superbonus, dalla Zes Unica e dal Pnrr. Subito dopo la Sicilia, troviamo la Lombardia con il +9%, la Puglia con il +8,9, l’Abruzzo con il +8,1 e la Campania con il +7,7.
Schifani: “Dati Cgia sono ulteriore conferma della crescita”
Il presidente della Regione, Renato Schifani: “I dati diffusi oggi dalla Cgia di Mestre, insieme alle analisi recenti, tra gli altri, di Bankitalia, Istat, Unioncamere, Svimez e The European House – Ambrosetti, certificano una Sicilia che guida la crescita tra tutte le regioni italiane. Con un +10,9% di PIL rispetto al 2019, che si aggiunge al calo del 25% delle ore di cassa integrazione, si conferma l’efficacia delle politiche economiche portate avanti dagli ultimi governi regionali di centrodestra. Entrate tributarie in aumento, disavanzo azzerato, aumento delle imprese e dell’occupazione e una crescita superiore alla media nazionale dimostrano che la direzione intrapresa è quella giusta: un ulteriore stimolo per continuare ad andare avanti con sempre maggiore determinazione perché è il percorso vincente”.
Il governatore dell’Isola prosegue: “Siamo consapevoli delle criticità strutturali ataviche che restano e che c’è ancora molto da fare, ma abbiamo invertito la rotta. Anche la manovra finanziaria approvata ieri in Giunta, con 300 milioni di euro per incentivare le assunzioni, stimolare gli investimenti nelle super Zes e potenziare gli interventi privati in edilizia, va proprio in questa direzione: consolidare la crescita e creare lavoro vero in Sicilia”.
Sud maglia rosa, a Siracusa Pil Reale tra il 2019 e il 2025 segna un + 44,7%
Tra le quattro ripartizioni geografiche presenti in Italia, il Mezzogiorno indossa la “maglia rosa”, grazie a una crescita dell’8,1%. Seguono il Nordovest con il +7,2, il Nordest con il +5 e, infine, il Centro con il +3,8%.
Se l’attenzione viene riposta sull’andamento della crescita economica a livello provinciale, Siracusa presenta la variazione positiva più importante: tra il 2019 e il 2025 il Pil reale aumenta del 44,7%. Seguono Caltanissetta (+13,5), Milano (+12,9), Taranto (+12,6) e Teramo (+12,1).
Otto province italiane non hanno ancora superato la caduta
Delle 107 province d’Italia monitorate, otto non hanno ancora recuperato la caduta provocata dalla pandemia e dagli effetti negativi che essa ha causato. Le situazioni più critiche le scorgiamo a Genova (-2,2), Frosinone (-2,6) e Firenze (-2,9). Sebbene siano dati previsionali (Prometeia) e le distanze tra le 107 province siano risicatissime, quest’anno Firenze è destinata a registrare la crescita del Pil più elevata d’Italia (+1%). Seguono Venezia (+0,9), Siracusa, Modena, Brescia, Varese, Parma e Bergamo (tutte con il +0,8).
Le distanze tra Nord e Sud, però, rimangono
Nessuna area provinciale dovrebbe presentare una cresciuta negativa, anche se a Gorizia, Siena e Imperia la variazione percentuale del Pil rispetto al 2024 dovrebbe essere pari allo zero. Se dall’analisi del trend di crescita 2019-2025 e 2024-2025 le aree del Mezzogiorno hanno registrato le crescite più importanti, dall’analisi della ricchezza pro capite relativa al 2025 le distanze rimangono ancora molto significative.
Se a Nordovest il Pil per abitante è pari a 46.817 euro, nel Mezzogiorno si attesta a 25.637. A livello provinciale l’area più ricca d’Italia è la Città Metropolitana di Milano che conta un Pil per abitante pari a 75.127 euro. Un importo che è quasi tre volte superiore a quello di Napoli (25.823 euro).
Dopo il capoluogo regionale lombardo scorgiamo Bolzano (62.717 euro), Bologna (51.422 euro), Roma (50.560 euro) e Aosta (49.387 euro). In questa graduatoria la prima realtà territoriale del Mezzogiorno è Cagliari (36.869 euro) che si colloca al 41° posto. Le realtà più povere, invece, sono occupate dalle province di Sud Sardegna (20.972 euro), Barletta-Andria-Trani (20.865 euro) e Cosenza (20.636 euro).
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