La Sicilia cresce, ma con fatica. Secondo l’ultimo report dell’Istat dedicato ai conti territoriali economici, l’Isola si conferma ancora in basso nelle graduatorie nazionali per quanto riguarda gli investimenti, le spese e i consumi, accumulando ulteriori ritardi con le Regioni del Nord Italia.
In base ai dati diffusi dall’Istituto di statistica, la crescita della Sicilia per volume di Pil nel 2021 è stata tra le più ridotte del Paese, con un +4,7% che si posiziona al di sotto della media nazionale. Peggio hanno fatto soltanto la Calabria (+4,5%) e il Molise (+4,3%), fanalino di coda della graduatoria.
Ai primi posti si piazzano invece Lombardia e Basilicata, appaiate entrambe a +7,7% rispetto all’anno precedente. Seguono, poi, Emilia Romagna (+7,5%), Veneto (+7,3%), Umbria e Piemonte (+7,1%).
Pil per abitante, percentuali basse in Sicilia
Il Settentrione registra percentuali migliori anche per quanto riguarda il dato del Pil per abitante. In particolare, è il Nord-Ovest a ergersi da “traino” del Paese con un Pil da 37,5mila euro nel 2021 (34,6mila euro nel 2020). Troviamo poi il Nord-est, con 35,8mila euro (33,2mila nel 2020) e il Centro Italia, con 32,1mila euro (30 mila euro l’anno precedente).
Particolarmente staccato il Sud con 19,7mila euro (18,3mila nel 2020). In ambito regionale, ancora la Sicilia si distingue negativamente, accumulando appena 13,9mila euro per abitante. Alle spalle dell’Isola si trovano Puglia (13,1mila euro) e Campania (12,7mila euro).
Economia sommersa, nell’Isola tanta illegalità
Particolare attenzione l’Istat ha dedicato all’osservazione della cosiddetta economia “non osservata”, ossia la somma tra l’economia sommersa e quella illegale. In Italia, per l’anno 2020, essa è rappresentata per l’11,6% del valore aggiunto totale. A determinarla sono fattori come la sotto-dichiarazione dei risultati economici delle imprese e il lavoro illegale.
Quest’ultimo è particolarmente marcato in Sicilia: l’Isola si piazza terza tra le Regioni con il 6,6%. Davanti si trovano Campania con il 6,9% e la Calabria con l’8,3%.
In Sicilia poco reddito disponibile per le famiglie
Note dolenti per l’Isola anche per quanto concerne il dato riguardante il reddito disponibile delle famiglie, sostenuto – come sottolinea l’Istat – dalla “dinamica dei redditi da lavoro dipendente e delle prestazioni sociali”.
Tra queste prestazioni si annoverano il Reddito di Cittadinanza e le agevolazioni di contrasto alla pandemia da Covid-19. Al di qua dello Stretto la crescita è ancora una volta tra le più basse, con +3,5% che certifica un incremento inferiore rispetto alla media nazionale. Per abitante si contano 14,8mila euro correnti.

