Con l’arrivo dell’autunno e l’aumento di fenomeni meteorologici intensi, la Sicilia torna a fare i conti con il rischio allagamenti. Dopo i disagi registrati nei giorni scorsi soprattutto nel Palermitano, il Codacons lancia un appello ai sindaci di tutti i Comuni dell’isola: “È indispensabile programmare e realizzare immediatamente interventi straordinari di pulizia e manutenzione di caditoie, tombini, canalette e collettori – afferma il presidente Francesco Tanasi –. Non possiamo più permettere che piogge intense si trasformino, per carenze di manutenzione, in emergenze annunciate”.
Infrastrutture sotto pressione: il nodo delle caditoie ostruite
Secondo l’associazione dei consumatori, una delle principali cause degli allagamenti urbani risiede nella scarsa manutenzione delle infrastrutture di drenaggio. Tombini e caditoie risultano spesso ostruiti da foglie, rifiuti, sabbia vulcanica e detriti, impedendo il corretto deflusso delle acque piovane. “La conseguenza – sottolinea il Codacons – è che bastano poche ore di precipitazioni per mettere in ginocchio interi quartieri, con danni alle abitazioni, alle attività economiche e rischi concreti per la sicurezza dei cittadini”.
I segnali ignorati: dai disagi recenti al rischio imminente
Nelle scorse giornate, diversi Comuni siciliani hanno già registrato gravi criticità: strade impraticabili, sottopassi allagati, traffico paralizzato e abitazioni invase dall’acqua. Una situazione che rischia di ripetersi e peggiorare con l’arrivo di nuove perturbazioni. “Non aspettiamo il prossimo nubifragio – ammonisce Tanasi –. Servono azioni concrete e coordinate adesso: programmazione degli interventi, controlli capillari e manutenzione ordinaria che diventi prassi, non eccezione”.
Un problema strutturale che richiede responsabilità
L’appello del Codacons si inserisce in un contesto più ampio: quello del cambiamento climatico, che rende sempre più frequenti ed estremi i fenomeni atmosferici. In Sicilia, dove le infrastrutture idriche e fognarie risultano spesso obsolete o mal gestite, la prevenzione diventa questione di responsabilità amministrativa. “Interventi semplici, come la pulizia regolare dei tombini, possono salvare vite e ridurre i danni economici – conclude Tanasi –. Ai sindaci chiediamo un impegno immediato e costante, perché le città siano davvero sicure”.
La sfida dei prossimi mesi
Le prime piogge autunnali hanno già evidenziato le fragilità del territorio siciliano. Senza una manutenzione programmata, ogni nuova perturbazione rischia di trasformarsi in emergenza. La sfida per i sindaci è chiara: passare da una gestione basata sull’urgenza a una strategia preventiva, capace di proteggere cittadini e comunità locali. Solo così la Sicilia potrà affrontare il maltempo senza dover contare, ogni volta, i danni e le perdite.

