In esclusiva per il Quotidiano di Sicilia, l’attore siciliano Pippo Pattavina si è raccontato poco prima del suo debutto stagionale, al teatro ABC di Catania, dove interpreta Vitangelo Moscarda, il protagonista di “Uno, nessuno e centomila”, l’ultimo romanzo di Luigi Pirandello rivisitato in chiave moderna con la regia di Antonello Capodici e le musiche di Mario Incudine.
“Risale alla notte dei tempi. Ho più di sessantacinque anni di carriera teatrale. Ho avuto il privilegio di girare l’Italia in lungo e in largo e di calcare tutti i migliori teatri del nostro paese. Mi prefiggo di continuare a girare perché questo è un mestiere che io adoro e quando sto lontano dal teatro mi sento un pesce fuor d’acqua. La mia passione nasce fin da bambino, forse da quando ero nel grembo di mia madre. In realtà, però, la mia passione non si manifesta inizialmente per il teatro ma per il canto. Prima di fare l’attore facevo il cantante di professione nei locali notturni. Successivamente ho scoperto la mia vena artistica per il teatro ed ho cominciato dapprima a frequentare le compagnie filo-drammatiche e poi il teatro professionale. Da allora non ho più smesso. Il canto, però, non l’ho dimenticato e continuo a frequentarlo. Anzi, quando si tratta di realizzare spettacoli dove c’è da fare qualcosa di musicale, accetto subito molto volentieri. La mia grande amante che non tradirò mai, però, è il teatro”.
“I miei non volevano assolutamente che io facessi l’attore, perché mi distoglieva parecchio dallo studio che avevo intrapreso per diventare geometra. I miei desideravano che io prendessi le orme di mio padre che era un impiegato di banca. Era, però, una cosa che non intendevo assolutamente fare ed infatti a scuola non ottenevo dei buoni risultati perché avevo la testa “malata” per il teatro. I miei questa cosa non la vedevano di buon occhio perché preferivano che mi diplomassi per avere una sicurezza lavorativa nella vita perché si pensava che quella dell’attore fosse una professione campata in aria e non un vero e proprio lavoro.”
“Sono parecchi gli spettacoli che mi piacerebbe fare. Alcune volte ho avuto l’occasione di provarli ma alla fine non sono arrivati alla realizzazione perché mi sono tirato fuori dalla compagnia in quanto c’erano alcune cose che non condividevamo con gli altri colleghi. Mi piacerebbe poter fare “Sei personaggi in cerca d’autore” ed “Il gioco delle parti” di Pirandello; ed ancora “Morte di un commesso viaggiatore”. Nella vita di un attore sono tanti i ruoli che si interpretano e tanti quelli che sono ancora chiusi nel cassetto ma che piacerebbero, però, proporre nel futuro.”
“E’ l’ultimo romanzo di Luigi Pirandello, datato 1925. In quest’opera troviamo tutto il teatro Pirandelliano, infatti lo stesso autore afferma che se questo romanzo fosse stato scritto come primissima opera, forse il suo modo di scrivere opere teatrali si sarebbe capito benissimo. Siamo rimasti molto fedeli al testo del romanzo perché ha un iter narrativo abbastanza scorrevole. Insieme ad Antonello Capodici abbiamo ridotto per il teatro questo testo, seguendo, però, l’andamento del romanzo, evidenziando la ricerca continua di questo personaggio che non si trova mai, fino ad arrivare a trascorrere gli ultimi attimi della sua vita in manicomio, identificandosi con la natura e rinascendo continuamente. Ci sono anche alcuni momenti comici e lo stesso Pirandello lo definisce come un romanzo umoristico.”
Lo spettacolo nelle prossime settimane completerà il tour in Sicilia, per poi spostarsi, nei primi di Gennaio, in giro per tutta l’Italia.
Antonio Licitra