Pirati dell’infomatica con reddito di cittadinanza. È quanto emerge dalle indagini della Guardia di Finanza a carico di 15 persone indagate, appartenenti a una organizzazione criminale, specializzata nella pirateria audiovisiva. Tutti e quindici degli indagati, pur lucrando ingenti somme dalla propria attività illecita, a quanto emerge dalla attività investigativa coordinata dalla Procura di Napoli, percepivano il reddito di cittadinanza.
L’operazione del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza, in sinergia con la Polizia Postale e delle Telecomunicazioni, ha apportato all’oscuramento di oltre 5.500 siti illegali di live streaming e canali Telegram che trasmettevano illecitamente contenuti protetti in tutto il mondo.
Oltre 10 milioni di euro sono stati inoltre confiscati alla organizzazione criminale. I pagamenti degli abbonamenti avvenivano anche tramite criptovalute. In contemporanea con la riproduzione di numerosi eventi on demand, tra cui partite di calcio dei principali campionati europei, centinaia di migliaia di incauti utenti che avevano stipulato contratti di abbonamento con le IPTV pirata, hanno all’improvviso visualizzato sui propri dispositivi un pannello che li avvertiva che il sito tramite il quale stavano illegalmente visionando il programma era stato sottoposto a sequestro.
Sono stati già individuati inquirenti oltre 50 milioni di utenti delle piattaforme illegali, dei quali circa 5 milioni solo in Italia.