Pista della concordia o della discordia? A poco meno di una settimana dall’apertura in via Domenico Tempio a Catania della tanto discussa pista ciclabile va avanti il dibattito riguardo al suo utilizzo da parte della cittadinanza e al modo in cui è stata progettata. Il percorso attraverso il quale essa si snoda comprende il lato di via Cristoforo Colombo in corrispondenza dell’intersezione con via Plebiscito, la via Domenico Tempio passando in mezzo alle due carreggiate e l’attraversamento della rotonda della Playa in cui è presente il Faro Biscari.
La nuova infrastruttura
In questi giorni il Qds.it è andato a dare un’occhiata alla nuova infrastruttura e a sentire le opinioni della gente. E’ stato possibile notare come siano stati impiantati i semafori per le biciclette e come negli attraversamenti pedonali ci sia il timer nei semafori in entrambi i lati. Proprio nella giornata di ieri la VII Commissione Consiliare del Comune di Catania ha effettuato un sopralluogo per verificare le condizioni degli attraversamenti pedonali e della pista ciclabile da poco inaugurata.
Gli operai della ditta che in subappalto l’opera stanno ancora ultimando le operazioni di pittura delle ringhiere sul lato della pista ciclabile che si affaccia verso il porto. Abbiamo potuto notare come la pista sia utilizzata da diversi ciclisti, sia su via Domenico Tempio che su via Cristoforo Colombo, mentre altri ancora preferiscono utilizzare il sedime stradale preesistente.
“Bene la pista, progetto sbagliato”
Il benzinaio del primo distributore che si incontra su via Domenico Tempio percorrendo in direzione Playa ha detto: “In questi giorni non ho visto una persona salire. Non è frequentata da nessuno”.
Christopher, dipendente del bar tabacchi Il Faro, si è mostrato ottimista: “Penso che sia un’innovazione per il Comune di Catania e che rappresenti assolutamente un fattore positivo e a favore della città. Ho visto tantissimi turisti, ciclisti e pedoni che usufruiscono della pista ciclabile e ne traggono un vantaggio, anche e soprattutto a livello di salute, perché non devono rischiare di attraversare la strada”.
Ma al contempo le criticità permangono, in quanto “per favoreggiare – conclude Christopher – alcune situazioni si vanno a causare altri problemi, però comunque è stata gestita in una maniera molto buona”.
Santo Micalizzi, dipendente di una partecipata che ha sede in via Domenico Tempio, ha fatto una disamina dettagliata: “La pista ciclabile secondo me potrebbe anche andare bene per il periodo estivo e per tutti quelli che hanno bisogno di lasciare la macchina e andare in bici fino al centro. Però per come la vedo io si doveva fare diversamente, cioè più libera per le macchine, perché quando c’è confusione si blocca tutto. Speriamo che si possa migliorare per il problema delle auto. Ho visto che anche per S.Agata oppure nelle festività le autoambulanze si bloccano e le persone arrivano in ritardo in aeroporto. E’ frequentata la mattina, ma è una costruzione che si poteva fare meglio, come nel lungomare, dove le macchine girano meglio, quando invece rimangono imbottigliate”.
Davide del negozio Alì Plastica Sicula ha posto anche lui l’attenzione sul modello di progettazione della pista: “Credo che poteva essere progettata in modo diverso, perché sicuramente non è stata progettata in modo congeniale per mettere in sicurezza i ciclisti. Consideriamo chi attraversa la strada in quattro punti e sappiamo tutti che molto spesso il guidatore è distratto. Alla viabilità ha creato un po’ di caos. L’ho vista solo due volte utilizzata e tra l’altro si stava rischiando un incidente, quindi non è stata studiata bene e quando piove la strada si allaga. I punti più critici sono l’inizio di via Cristoforo Colombo e la fine della pista al Faro Biscari, quando ci sono gli attraversamenti su strada. Ci dovrebbe essere più controllo e sarebbe stato più congeniale fare delle sopraelevate, anziché degli attraversamenti su strada”.
