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Pnrr e supporto ai fragili, sul Terzo Settore Italia “a due velocità”: male la Sicilia

Pnrr e supporto ai fragili, sul Terzo Settore Italia “a due velocità”: male la Sicilia
Pnrr – fondi europei – Imagoeconomica

Il report evidenzia ancora una volta il divario Nord-Sud sulla spesa dei fondi del Pnrr. La Sicilia tra le Regioni con la situazione più complessa.

A circa un anno dalla conclusione del Pnrr, gli investimenti già completati sul Terzo Settore (e non solo) si trovano ben lontani dalla soglia ambita del 50% e i dati pubblici – in parte lacunosi e incompleti – confermano l’ennesimo campo in cui il divario Nord-Sud è più che evidente. Fatta eccezione per la Valle d’Aosta, infatti, le aree con la quota di pagamenti effettuati più bassa in questo campo sono tutte del Sud e tra esse figura, al penultimo posto, la Sicilia, con una percentuale che si ferma appena al 15%. La segue solo la Calabria con una quota del 13%.

A rivelarlo è la terza edizione del rapporto civico di monitoraggio realizzato da OpenPolis in collaborazione con il Forum nazionale del Terzo settore.

Pnrr e investimenti sul Terzo Settore, male la Sicilia

In Sicilia, i progetti legati al PNRR sono 21.272 per un totale complessivo di risorse previste di 15,9 miliardi di euro. Al 2025 (ultimi dati al 31 marzo), però, la percentuale di pagamenti effettuati è tra le più basse d’Italia e si ferma al 15%. Peggio solo la Calabria, con il 13%. Di poco superiori le quote di Sardegna (16%), Molise e Campania (18%).

Il report di OpenPolis e Forum Nazionale Terzo Settore specifica che il ruolo degli Ets (Enti del terzo settore) “appare ancora marginale rispetto al potenziale espresso dalla loro presenza e competenza capillare nei territori”. E questo, assieme a ritardi e altre criticità che interessano svariati ambiti finanziati dal Pnrr, rappresenta sicuramente un ostacolo all’accelerazione necessaria per sfruttare al massimo i fondi europei per la tutela sociale.

La Sicilia non è terra per fragili? I dati

I progetti per persone vulnerabili previsti nel Pnrr prevedono più di 500 milioni di euro di investimenti. La Sicilia figura tra le Regioni con più interventi sul territorio (86), preceduta solo da Campania (104) e Lombardia (147), e prevede un totale di investimenti che si aggira sui 40 milioni di euro. Sul fronte dello stato di avanzamento finanziario, però, quella siciliana risulta tra le situazioni più “difficili”, con una quota di pagamenti che si ferma al 3%. Nonostante la possibilità di una sottostima dei risultati raggiunti a causa di possibili ritardi nei caricamenti dei dati sulle piattaforme pubbliche, di certo il dato dei pagamenti effettuati risulta ancora lontano dal 10%.

Non sono confortanti neanche i risultati sui progetti del Pnrr dedicati alle persone senza fissa dimora. I finanziamenti per i progetti siciliani ammonterebbero a oltre 27 milioni di euro, ma la percentuale di pagamenti già erogati non raggiunge neanche il 2% (a fronte di una media nazionale di poco inferiore al 7%). Va peggio solo in Campania, Basilicata e Calabria, le cui percentuali – secondo il report OpenPolis – non raggiungerebbero l’1%.

Asili nido e strutture per l’infanzia

Sicilia in fondo alle classifiche nel report Pnrr e Terzo Settore anche per lo stato di avanzamento finanziario dei progetti su asili nido e servizi per l’infanzia. A livello nazionale, le risorse già erogate ammontano a circa un miliardo di euro (25%) ma in Sicilia ammontano solo al 13,7%. Un dato che colloca l’Isola ultima nella lista delle Regioni e a considerevole distanza dalla prima dell’elenco, cioè il Trentino Alto Adige con un 42,1%.

Pnrr e Terzo Settore, i dati della Sicilia contro la disuguaglianza territoriale

Tra gli obiettivi del Pnrr c’è anche la riduzione della disuguaglianza territoriale. A tal proposito, nel report OpenPolis si legge: “La clausola del 40% delle risorse al Sud è stata formalmente rispettata (39,8%), ma i dati sulla spesa effettiva mostrano un’Italia a due velocità: al 31 marzo 2025, la Calabria ha erogato solo il 13% dei fondi ricevuti, seguita da Sicilia (15%) e Sardegna (16%). Il Veneto, regione con i risultati migliori, è al 35%”.

Un risultato che, purtroppo, conferma una triste realtà sulla quale l’analisi invita a riflettere: “Questa distanza – si legge ancora nel rapporto – non dipende solo da ritardi amministrativi: riflette anche una mancata costruzione di capacità territoriale, un supporto insufficiente agli enti locali e l’assenza di strategie di accompagnamento strutturate“.

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Foto di Carlo Carino BY AI MID, via Imagoeconomica