Pnrr, la Sicilia intercetta 421 milioni per la rigenerazione urbana - QdS

Pnrr, la Sicilia intercetta 421 milioni per la rigenerazione urbana

Pnrr, la Sicilia intercetta 421 milioni per la rigenerazione urbana

mercoledì 20 Aprile 2022

Gli interventi sono volti alla riduzione dei fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale. I Comuni hanno un mese di tempo per l’atto di adesione, pena la revoca dei fondi

ROMA – Poco meno di 4,3 miliardi di euro per finanziare 2.325 opere in 645 comuni diversi, con l’obiettivo di riqualificare un’area complessivamente pari a 19.601.093 metri quadrati, l’equivalente di 2.745 campi da calcio. Sono i numeri dei progetti di rigenerazione urbana alla luce dell’ulteriore stanziamento autorizzato dal dl del 1° marzo 2022 che ha consentito di andare a coprire anche i costi delle proposte che in prima istanza erano state ammesse ma non finanziate. Gli interventi in questione, volti alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale e al miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale, saranno finanziati dal Pnrr (Missione 5, Componente 2, Investimento 2.1).

Il grosso dei finanziamenti nel Sud Italia

Una elaborazione del Centro Studi Enti Locali (Csel), basata su dati del Viminale, ha messo in evidenza come il grosso dei finanziamenti sia stato catalizzato dal Sud Italia che, con un parco progetti da poco meno di 1,9 miliardi, ha ottenuto finanziamenti per 1.846.434.699 euro, pari al 43% del totale. Seguono le regioni settentrionali con 1.531.668.792 euro, pari al 36% del totale (rispetto a costi complessivi pari a 1.711.137.283), e infine quelle del Centro che hanno ottenuto i restanti 906.332.697 (21% del totale) per finanziare progetti che ne valgono 948.652.051.

Grazie allo scorrimento della graduatoria, autorizzato dal dl del 1° marzo 2022, sono state aggiunte altre 554 opere a quelle finanziate in prima istanza, che erano 1.771. Dei finanziamenti aggiuntivi hanno beneficiato, in particolar modo, le regioni del Nord Italia. Le 554 opere inserite in seconda battuta sono infatti collocate in 146 comuni settentrionali, nove del centro e 14 nel Sud e nelle Isole. Tutti i Comuni beneficiari delle risorse, entro un mese dall’avviso di pubblicazione del decreto del Viminale che ha approvato l’elenco definitivo, devono compilare e trasmettere al ministero dell’Interno il proprio atto di adesione, pena la revoca del contributo concesso.

A livello regionale, è la Campania – con i suoi 489.039.248 euro e 228 progetti – a fare il record di fondi intercettati. Seguono, a breve distanza, Lombardia (444.946.591 euro), Sicilia (421.624.831 euro), Puglia (391.485.965 euro), Lazio (quasi 331 milioni) ed Emilia Romagna, con poco meno di 326 milioni.
Scorrendo ancora l’elenco delle assegnazioni, troviamo i comuni del Veneto che, insieme, hanno catalizzato oltre 280 milioni, seguiti da Piemonte (243 milioni), Marche (170 milioni), Calabria (165 milioni), Sardegna (150 milioni), Abruzzo (147 milioni) e Liguria (102 milioni). Chiudono il cerchio l’Umbria, con poco meno di 88 milioni, il Friuli Venezia Giulia, con 77, il Trentino Alto Adige (45), il Molise (42), la Basilicata (39) e la Valle d’Aosta, con poco meno di 11 milioni totali.

Napoli ha intercettato il 6% delle risorse

Sul piano provinciale, il record assoluto è andato a Napoli che, con oltre 271 milioni, ha intercettato il 6% delle risorse stanziate a livello nazionale. I 47 comuni del napoletano inseriti nell’elenco dei beneficiari delle risorse hanno presentato 130 progetti, grazie ai quali si propongono di riqualificare un’area pari a 1.077.634 metri quadrati. Napoli, da sola, ha ottenuto il via libera all’erogazione di 20 milioni di euro. Segue la provincia di Roma con poco meno di 180 milioni (4%). Sul terzo gradino del podio Milano con oltre 138 milioni (3%).

96 i progetti bocciati dal Viminale

Complessivamente, sono 96 i progetti, presentati da 62 Comuni, che non hanno superato il vaglio del Viminale, tra gli interventi volti alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale e al miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale, finanziabili dal Pnrr (Missione 5, Componente 2, Investimento 2.1).
Il semaforo rosso è scattato soprattutto per le amministrazioni del Nord Italia che si sono viste bocciare 41 progetti, il 43% del totale; 32 i progetti non finanziati presentati da Comuni del Sud e 23 quelli riconducibili ad enti del Centro Italia. Globalmente questi 62 Comuni avevano messo insieme un parco progetti da quasi 120 milioni di euro.

Mentre sono 17 gli enti che hanno deciso volontariamente di rinunciare ai fondi per la rigenerazione urbana. Tra questi saltano all’occhio, per volume d’affare dei progetti in questione, il Comune di Trani che aveva candidato dieci progetti per un ammontare complessivo di oltre 11 milioni di euro, e quello di Macerata, le cui proposte avrebbero potuto generare contributi per un totale di 4 milioni e 350mila euro.
Decisione analoga è stata assunta da Pescia, nel pistoiese, che aveva chiesto contributi per un milione e 412 mila euro, Valdagno, nel vicentino, (700mila euro), Zola Pedrosa, nel Bolognese (600mila euro), Borgomanero, nel novarese (181.684 euro), Mira, in provincia di Venezia (149.215 euro).

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