In questo modo, la vicenda dei buoni pasto "negati" ai lavoratori della struttura messinese finisce sul tavolo della Procura, con NurSind e Uil-Fpl di Messina molto attive sul caso
Scoppia il caso al Policlinico di Messina, dove ci sarebbero state delle presunte minacce e delle pressioni da parte del management della struttura ospedaliera. In questo modo, la vicenda dei buoni pasto “negati” ai lavoratori della struttura messinese finisce sul tavolo della Procura, con NurSind e Uil-Fpl di Messina che hanno presentato un esposto nelle scorse ore, puntando fortemente il dito contro la gestione dei vertici dell’azienda sanitaria del luogo.
Iscriviti gratis al canale WhatsApp di QdS.it, news e aggiornamenti CLICCA QUI
Messina, caso buoni pasto e presunte pressioni al Policlinico
Minacce e presunte pressioni da parte del management del Policlinico di Messina sui lavoratori della struttura sanitaria, questa la ricostruzione fatta da NurSind e Uilf-Fpl che, nelle persone degli esponenti – rispettivamente Ivan Alonge e Livio Andronico – hanno presentato una nota ufficiale nella quale viene evidenziato come il mancato accordo sulla concessione dei buoni pasto avrebbe portato al mancato rinnovo dei contratti da parte del personale che possedeva un contratto a tempo determinato (in scadenza al 30 settembre del 2025). Le due organizzazioni dei sindacati hanno anche inviato una nota formale a Daniela Faraoni, assessore regionale alla Salute, nella quale viene richiesto un suo intervento.
Per i sindacalisti infatti, “il mancato rinnovo dei contratti individuali del personale in atto a tempo determinato, non solo rappresenta una disdicevole decisione verso i lavoratori e le loro famiglie che verrebbero lasciati senza alcun reddito in un momento socio economico particolarmente difficile ma comporterebbe a nostro avviso una forte ricaduta negativa sul mantenimento dei Livelli Essenziali di Assistenza con possibili ripercussioni che potrebbero generare episodi di malasanità sicuramente, non riconducibili al personale in servizio ma esclusivamente al management del Policlinico di Messina. A tal proposito, non possiamo esimerci dal porre un ulteriore interrogativo che riteniamo assolutamente legittimo: come è possibile che, nonostante due significativi incrementi del tetto di spesa — pari a 4 milioni di euro nel 2023 e a ulteriori 11 milioni nel 2025, per un totale complessivo di 15 milioni di euro in più — l’Azienda si trovi oggi in una condizione tale da dichiarare l’impossibilità di garantire perfino i buoni pasto ai lavoratori?. Per tale motivo, in considerazione della gravità dei fatti ci siamo rivolti alla Procura della Repubblica con un esposto, affinché venga fatta piena chiarezza sulle condotte poste in essere e sulle eventuali responsabilità penali e amministrative”.
A conclusione della nota, le organizzazioni sindacali che si sono esposte sul caso esprimono dunque la loro “profonda preoccupazione e il totale dissenso rispetto alla gestione realizzata dall’attuale direttore generale Giorgio Giulio Santonocito di cui chiedono l’immediata rimozione ritenendo compromessa ogni possibilità di dialogo costruttivo e ormai incompatibile con una gestione efficace, partecipata e rispettosa delle norme e dei diritti dei lavoratori e dei cittadini utenti. Riteniamo che tale passo sia necessario non solo per la tutela dei lavoratori, ma anche per garantire la legalità e la trasparenza nella gestione della cosa pubblica”.