Il prossimo 12 giugno al via la mostra delle opere realizzate da ragazze e ragazzo dell'istituto penale per minorenni di Catania Bicocca insieme all'istituto penale Pontremoli in Toscana
In occasione dell’evento “Non chiamatelo amore”, promosso e organizzato dall’assessora alla Cultura e alle Pari Opportunità del Comune di San Gregorio, Giusy Lo Bianco, verrà esposta al pubblico la mostra d’arte “Polifemmes”, a cura di Ivana Parisi dell’associazione La Poltrona Rossa.
Le opere sono state realizzate dalle ragazze e i ragazzi ristretti degli Istituti Penali per Minorenni di Pontremoli (Toscana) e Bicocca di Catania durante i laboratori artistici svolti dagli operatori culturali dell’associazione.
La mostra raccoglie le più belle opere galeotte realizzate e inserite nella Collezione Galea di proprietà della stessa associazione.
Ma chi sono le Polifemmes? “Sono
le figlie dei ciclopi, mostri, titani divini con un occhio solo che vivono
sotto terra – spiega Ivana Parisi –. Conoscono l’arte e l’artigianato e
fabbricano i fulmini al dio Zeus.
Le Polifemmes sono invisibili
perché vivono nelle grotte e dentro i vulcani, senza poterne uscire. La loro è
una vita crudele, senza regole e ne sono oppresse. Le Polifemmes non possono
emergere, perché la società non le vuole. Queste giovani titane nascoste fanno
paura a Zeus e il loro silenzio sotto terra è un grido soffocato. Il grido di
chi denuncia il fallimento della società”.
Dal 2013 La Poltrona Rossa
promuove e sviluppa progetti artistici e teatrali nei due Istituti Penali per
Minorenni della Toscana e della Sicilia. I progetti sono sostenuti con i Fondi
Otto Per Mille della Tavola Valdese e dal Ministero della Giustizia,
Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità.
“A Catania, presso l’Istituto penale per Minorenni di Bicocca –, continua Parisi – grazie alla disponibilità manifestata da parte della dirigente Letizia Bellelli e di tutto il personale interno che lavora nella struttura detentiva, continuiamo a lavorare su progetti artistici e teatrali. Questo per noi operatori culturali è un segno importante che ci conferma l’importanza del ruolo che hanno la cultura e l’arte nell’ambito di un percorso rieducativo per i e le minori che in passato hanno intrapreso una strada tortuosa e senza sbocco”.