Politica, partita aperta nella destra trapanese - QdS

Politica, partita aperta nella destra trapanese

Politica, partita aperta nella destra trapanese

sabato 01 Luglio 2023

Fratelli d’Italia, partito da rilanciare dopo la sconfitta di Miceli. Il ritorno dell’ex deputato regionale, Marrocco: “Il centrodestra qui non esiste”. All’Ars il seggio conteso da Catania e Bica

TRAPANI – Il contro ricorso è stato presentato e di conseguenza, fino all’appello, rimarrà tutto come prima. Con Nicola Catania all’Assemblea regionale siciliana e Giuseppe Bica in attesa di poter prendere il suo posto dopo la sentenza del Tribunale civile di Palermo, che ha dichiarato ineleggibile l’onorevole di Fratelli d’Italia. Almeno su questo punto i due contendenti convergono. Il seggio conteso porta però dritto al partito trapanese. Qualcosa cambierà. Qualcosa dovrà cambiare dopo le elezioni di fine maggio.

L’attenzione è puntata soprattutto su Trapani

La destra ha calato il carico candidando il suo coordinatore provinciale Maurizio Miceli. Ed il risultato è di quelli che vanno esaminati, che un partito deve necessariamente prendere in considerazione. Miceli ha perso, perché il sindaco Giacomo Tranchida è riuscito a cavarsela un’altra volta. Ma ha anche registrato un voto disgiunto importante che ha fatto crescere le sue quotazioni. Ora dovrà affrontare la prova d’aula. Toccherà a lui guidare l’opposizione alla nuova amministrazione. Ed è evidente che si è già aperta la discussione sulla doppia carica. Deve rimanere al vertice del partito e nello stesso tempo fare il consigliere? Non è soltanto questa la domanda che gira nella destra trapanese. C’è anche chi ritiene che non è stato fatto tutto quello che era possibile per vincere. Errori strategici che qualcuno dovrà portare sulle sue spalle. Miceli, ad esempio? Questione da discutere e soprattutto da dirimere. Bica, senza entrare nel merito delle domande ancora senza risposta, ha lanciato un’idea. Quella di un’Assemblea da tenere prima possibile per riorganizzare il partito. Tema ampio che può contenere tante varie ed eventuali. Ma Fratelli d’Italia non deve soltanto guardarsi al suo interno. Ha anche la necessità – lo dicono i numeri elettorali – di pensare alla coalizione. Non poteva essere più chiaro l’ex deputato regionale Livio Marrocco: “Il centrodestra qui non esiste”. I dati sono dalla sua parte. La destra si difende, ma il resto dei partiti della coalizione spesso non è neanche in grado di presentare una lista. Marrocco non intende fermarsi all’analisi politico-elettorale.

Dopo l’assoluzione dal caso “Spese Pazze all’Ars” ha deciso di tornare in prima linea. I suoi amici non li aveva mai persi ma ora sta anche recuperando rapporti politici e personali che si erano sfilacciati nel tempo. Può dire la sua fino in fondo. Fa parte della vecchia guardia, come Bica, e conosce bene le dinamiche interne al suo partito. Il seggio all’Ars e la riorganizzazione del partito hanno anche un terzo elemento di confronto che taglia come una lama gli altri due: il ritorno delle Province, che viene dato come certo, legandolo e collegandolo alle Europee dell’anno prossimo. Fratelli d’Italia avrebbe tutte le carte in regola per indicare il candidato presidente. Ecco perché serve l’Assemblea.

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