Una politica becera che pur di ottenere consensi autorizza l'impensabile
Lo scenario politico non sembra essere adeguato per andare incontro alle esigenze di ripresa sociale, economica, esigenza di resilienza. Il lockdown ha sicuramente creato problemi al sistema, ma attribuire totalmente la responsabilità del disastro al “periodo oscuro” è una sfida alla capacità intellettuale di discernere e di avere critica. Il covid ha semplicemente aperto il vaso di Pandora facendo uscire tutto ciò che realmente non andava.
Una tal politica non può trovare applicazione in un sistema sociale già compromesso, perché, parliamoci chiaro, le lacune non sono apparse all’improvviso. La roteazione delle poltrone, le giostre a cui abbiamo assistito, le “promesse” disattese, o parzialmente confermate sono storia della politica, quella sciocca.
La sfida di queste nuove proposte, tutte lanciate per migliorare ciò che il predecessore non ha concluso, non ha portato avanti, o non ha nemmeno pensato di intraprendere, trovano respiro nell’arrivo “dell’uomo giusto” che ripromette le stesse cose cambiando l’ordine delle parole.
I fatti e le evidenze urlano le incompiutezze e la gente lo capisce, lo sa, lo sottolinea, ma non può fare altro visto che si ripropongono sempre le stesse minestre. Non è una politica adatta alla resilienza se si perde di vista l’etica della politica, quella orientata al benessere della città, del popolo e non al benessere personale, al raggiungimento di obiettivi di potere esclusivamente indirizzati al proprio narcisismo.
Sembra che fare qualcosa per la propria città debba passare dal compromesso, quello becero, di non perdere riscontri. Aumentare il costo della vita, mantenere i costi della disoccupazione, fare pagare al popolo gli errori di gestione non è politica per la resilienza. Un teatrino che ha come regista la speculazione personale, l’ambizione di arrivare al traguardo portando menzogne coperte da un vello d’oro.
Una politica becera che pur di ottenere consensi autorizza l’impensabile, pur di arruolare voti. Chi ne paga le conseguenze? Sembrano soggetti che vivono in un’altra dimensione, come se le soluzioni che propongono sono solo per gli altri.