Credo che uno dei problemi della politica di oggi sia legato al fatto che i politici non sappiano più parlarsi tra loro
Credo che uno dei problemi della politica di oggi sia legato al fatto che i politici non sappiano più parlarsi tra loro “da uomo a uomo”, quindi mentono più del necessario.
Francesco Cossiga, nel suo libro “Fotti il potere”, diceva che la menzogna fa parte del gioco della politica e precisava che esistono certi argomenti sui quali mentire può essere pensino necessario.
Papa Giovanni XXIII, addirittura, era orientato a perdonare le bugie dette “a fin di bene” o le cosiddette “bugie caritatevoli”, che si dicono per rendere meno amare certe dolorose verità. Ma qui non si tratta di discutere né delle “menzogne per ragioni di Stato”, né delle “ritatevoli”, qui siamo all’elaborazione della propaganda più bieca che, pur essendo tale, viene costantemente elevata a sistema e sostituita alla verità, senza alcun ritegno, o peggio, siamo alla cosiddetta “post verità”, che sta pericolosamente disorientando i cittadini più fragili.
Se i padri costituenti e coloro i quali si batterono per restituire la libertà all’Italia si fossero comportati come si comportano tanti politici di oggi, saremmo ancora vittime dell’olio di ricino e forse torneremo ad esserlo presto, anche se assumerà forme differenti. Il politico non deve mai dimenticare di essere soprattutto un essere umano e come tale deve comportarsi, altrimenti non sarà mai un buon politico.
Due leader politici, due uomini di Stato, una volta svestiti i panni ufficiali di ciò che essi rappresentano o suppongono di rappresentare, devono avere la forza e la capacità etica di guardare al bene comune, non solo al bene della propria parte. Se una strada è necessaria lo è non perché lo dica tizio o caio, ma perché lo afferma il buonsenso. Non ci si può costantemente nascondere dietro la demagogia, dietro il populismo più becero, dietro la solita battuta scontata quanto offensiva. Nella maggior parte dei casi, le soluzioni che si attendono non hanno colore e vanno raggiunte a prescindere dagli stupidi interessi di bottega.
Ecco, se i leader di oggi si parlassero “da uomo a uomo”, piuttosto che da “segretario di partito a segretario di partito”, se lo facessero sempre, non in vista di scadenze elettorali, molte questioni sarebbero già risolte per tutti, non per una parte e basta! Per arrivare a tanto, però, è necessario un presupposto: che gli interlocutori siano “uomini”, non fantocci prigionieri della loro stessa propaganda.