Poliziotto aggredito in carcere da un detenuto a Rebibbia - QdS

Poliziotto aggredito in carcere da un detenuto a Rebibbia

Poliziotto aggredito in carcere da un detenuto a Rebibbia

martedì 11 Ottobre 2022

Un poliziotto aggredito e ferito da un detenuto a Rebibbia, a Roma. A denunciare “l’ennesima giornata di sangue e violenza in un carcere del Lazio” è Maurizio Somma, segretario nazionale per il Lazio del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria.

“Quel che è accaduto nella Casa di reclusione di Rebibbia – dice – testimonia una volta di più l’ingovernabilità delle carceri regionali e la strafottenza e l’arroganza di una parte di popolazione detenuta violenza, che anche in carcere continua a delinquere, ad alterare l’ordine e la sicurezza, evidentemente certa dell’impunità”.

Poi spiega: “E’ successo che un detenuto, dopo essere stato portato in infermeria perché simulava un malessere, si è improvvisamente ripreso dal malore e, con una lametta nascosta in bocca, dopo la certificazione medica ha tentato di fuggire dall’infermeria stessa. L’ispettore che lo aveva accompagnato lo ha immediatamente bloccato, ma il detenuto lo ha colpito con una testata e poi con un pugno, forte anche del fatto che le mani del collega non erano libere perché portava radio ricetrasmittente e le carte del sanitario. Un elogio ai colleghi che lavorano nell’istituto di Rebibbia, e in particolare a colui che è stato vittima vittime di questo episodio, perché è solo grazie a loro se si è scongiurato il peggio. E’ l’ennesima aggressione da parte di detenuti nei confronti degli appartenenti alla polizia penitenziaria, ancora una volta sottovalutata dall’amministrazione penitenziaria che da scarsa attenzione sulla difficile gestione dei detenuti – stranieri, con problemi psichiatrici, tossicodipendenti – all’interno delle strutture penitenziarie”.

Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, tuona: “Basta! Anche questa è un grave aggressione annunciata! A questo hanno portato questi anni di ipergarantismo nelle carceri, dove ai detenuti è stato praticamente permesso di auto gestirsi con provvedimenti scellerati ‘a pioggia’ come la vigilanza dinamica e il regime aperto, con detenuti fuori dalle celle pressoché tutto il giorno a non fare nulla nei corridoi delle sezioni. E queste sono anche le conseguenze di una politica penitenziaria che invece di punire, sia sotto il profilo disciplinare che penale, i detenuti violenti, non assumono severi provvedimenti. Ormai picchiare un poliziotto in carcere senza subìre alcuna conseguenza è diventato quasi uno sport nazionale, nella indifferenza della politica e dei vertici dell’amministrazione penitenziaria”.

Tag:

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017