Pomodoro di Pachino, il re della dieta mediterranea - QdS

Pomodoro di Pachino, il re della dieta mediterranea

redazione

Pomodoro di Pachino, il re della dieta mediterranea

martedì 19 Ottobre 2021

A Portopalo si è discusso delle proprietà nutraceutiche del frutto Igp in grado di prevenire lo stress ossidativo, alla base delle principali malattie croniche e degenerative

SIRACUSA – Lo scorso 12 ottobre presso il Castello Tafuri di Portopalo di Capo Passero (Sr), si è svolto un convegno, organizzato dal Consorzio di tutela del pomodoro di Pachino Igp, in cui si è discusso delle “proprietà nutraceutiche” della Igp Pomodoro di Pachino. “Questo appuntamento è stato pensato per approfondire vari aspetti delle proprietà nutraceutiche del nostro pomodoro – ha dichiarato Sebastiano Fortunato, presidente del Consorzio di Tutela – con focus volti a valorizzarne il potenziale sotto diversi punti di vista. L’obiettivo del Consorzio è quello di comunicare la sostenibilità e gli aspetti nutraceutici di un prodotto ormai conosciuto in tutto il mondo, che riesce a soddisfare un consumatore sempre più attento e, allo stesso tempo, esigente”.

Presente al convegno Cherubino Leonardi, ordinario di Orticoltura del Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente dell’Università di Catania. “Il pomodoro di Pachino IGP – ha detto dal canto suo Cherubino – rappresenta tra i prodotti tipici uno di quelli di maggior successo. Ciò deriva dalle condizioni pedoclimatiche degli areali di produzione, dalle caratteristiche intrinseche delle bacche, dagli specifici indicatori di qualità. Si tratta di un prodotto diversificato nelle sue tipologie, ma che presenta dei tratti di qualità di pregio che lo rendono molto apprezzato dal consumatore. Pur potendo contare su un insieme di condizioni estremamente favorevoli, la filiera produttiva del pomodoro IGP di Pachino si trova di fronte all’opportunità di un adeguamento della sua configurazione dal punto di vista tecnico, agronomico ed organizzativo. Tale esigenza è finalizzata a corrispondere agli scenari che progressivamente si vanno delineando, riconducibili, tra gli altri, all’incremento dei costi dei mezzi di produzione ed all’evoluzione delle aspettative dei consumatori sempre più attenti ai prodotti ottenuti con metodi e tecniche ecocompatibili e con caratteristiche superiori dal punto di vista igienico sanitario, qualitativo e salutistico”.

Il pomodoro è un alimento cardine della Dieta mediterranea – ha aggiunto Fabio Galvano, ordinario di Alimentazione e Nutrizione Umana, Dipartimento di Scienze del farmaco e della salute dell’Università di Catania -. Le sue proprietà nutrizionali sono da ricondurre al contenuto vitaminico-minerale (vitamina C, K, folati, potassio) e al pool di pigmenti carotenoidi antiossidanti (licopene, luteina, zeaxantina). La valorizzazione del pomodoro di Pachino non può prescindere dall’identificazione di differenziali di qualità nutrizionale, ad oggi non noti, che possano conferire un valore aggiunto rispetto al prodotto standard”.

“Frutta e verdura sono considerati ‘alimenti funzionali’ – ha spiegato Valeria Sorrenti, associato di biochimica del dipartimento di Scienze del farmaco e della salute dell’Università di Catania – in quanto contengono elevate quantità di sostanze con notevole capacità antiossidante in grado di prevenire lo stress ossidativo, alla base delle principali malattie croniche e degenerative. I frutti di pomodoro, quali ad esempio il Pomodoro di Pachino, sono ricchi di zuccheri, vitamine (A, C ed E), minerali e antiossidanti (carotenoidi e composti fenolici). Il Licopene è il principale carotenoide presente nel pomodoro ed è molto abbondante nella buccia che insieme ai semi rappresenta quelli che vengono definiti Scarti di lavorazione industriale del pomodoro. In un’ottica di sostenibilità ambientale e in un contesto di economia circolare è fondamentale il recupero, dagli scarti delle filiere produttive, di nutrienti e molecole bioattive, per lo sviluppo di prodotti funzionali a elevato valore aggiunto, da impiegare in vari settori produttivi inclusa la nutraceutica. Diversi composti naturali e dietetici (come polifenoli, flavonoidi, carotenoidi ecc) sono dotati di attività chemiopreventiva e chemioterapeutica e possono essere efficaci sia nell’ipertrofia prostatica che nel tumore prostatico”.

“I residui derivanti dalla lavorazione o trasformazione del pomodoro se adeguatamente trattati – ha detto Paolo Rapisarda, dirigente di ricerca del Crea di Acireale – diventano rifiuti generando problemi di smaltimento, di inquinamento dell’ambiente e un forte aggravio dei costi di lavorazione. Pertanto, occorre introdurre all’interno della filiera un nuovo segmento che preveda un uso razionale dei sottoprodotti per la produzione di sostanze ad alto valore aggiunto (fenoli, licopene, olio dai semi, ecc.) da indirizzare all’industria alimentare, cosmetica e farmaceutica. Altri sbocchi, nell’ottica di economia circolare, riguardano l’impiego degli scarti nell’industria mangimistica e le applicazioni energetiche per la produzione di bio metano”.

“Salute e nutrizione sono fortemente connessi e il mondo dei nutraceutici ricopre un ruolo determinante – ha detto, tra l’altro, Tiziana Pecora, specialista in Farmacologia ed Esperta in discipline regolatorie -. Nella pratica, col termine nutraceutico, seppur non riconosciuto dalla normativa europea, si considera un alimento in grado di rivendicare un effetto benefico svolto su una specifica funzione dell’organismo. Nella pratica commerciale, per nutraceutici si intendono gli alimenti funzionali e gli integratori alimentari. Si tratta di prodotti alimentari, e come tali assunti, che trovano la propria disciplina nell’ordinamento alimentare, quindi nell’ambito della regolamentazione giuridica che disciplina la produzione, la comunicazione e il commercio delle sostanze alimentari”.

Sebastiano Barone, tecnico del consorzio del pomodoro di Pachino Igp, ha parlato di certificazione Sqnpi (Sistema di qualità nazionale di produzione integrata), Carbon footprint e Blockchain. “Gli appezzamenti serricoli dove viene prodotto il pomodoro di Pachino Igp – ha detto Barone – sono caratterizzati da un basso impatto energetico e conseguentemente da una forte riduzione di CO2 la cui quantificazione e misurazione nelle fasi selezionate del ciclo di vita dello stesso ci potranno portare al raggiungimento della certificazione Carbon footprint. Infatti la nostra tipica serra fredda mediterranea ha un bassissimo impiego di energie inquinanti perché il riscaldamento avviene solo attraverso l’effetto serra determinato dal materiale di copertura impiegato”.

Con il sistema Blockchain – ha concluso Sebastiano Barone – è possibile mettere in atto un sistema di tracciabilità, chiamato a Blocchi, che serve a digitalizzare ed a certificare tutto il processo produttivo, dal trapianto al confezionamento effettuato nei centri di condizionamento. Gli strumenti da utilizzare possono essere la georeferenziazione per vedere la serra dove è stato prodotto quel pomodoro inserito nel sistema a blocco che può essere individuata con Qr code oppure grazie all’uso di sensore e/o telecamera. Tutte le informazioni fornite, che sono all’origine della catena di distribuzione del pomodoro, potranno essere verificate e controllate sia dagli altri componenti della filiera, sia dai consumatori finali”.Salvatore Chiaramida, direttore del Consorzio, ha concluso il convegno ringraziando tutti i relatori e gli intervenuti a questo evento di altissimo profilo.

Biagio Tinghino

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