Pompieri etnei sempre più dimenticati, Stato e Regione scherzano “col fuoco” - QdS

Pompieri etnei sempre più dimenticati, Stato e Regione scherzano “col fuoco”

Melania Tanteri

Pompieri etnei sempre più dimenticati, Stato e Regione scherzano “col fuoco”

giovedì 24 Ottobre 2019

Barbagallo (Usb): “Mense in cattive condizioni igieniche e strutture fatiscenti. Proclamata agitazione”

CATANIA – Mensa del distaccamento aeroportuale chiusa dai Nas e ancora problemi legati alle sedi, ai mezzi e alla dotazione organica. Aumentano le problematiche lamentate dai vigili del fuoco etnei che da anni chiedono attenzioni e interventi strutturali per garantire efficienza e sicurezza. E che, attraverso Carmelo Barbagallo, rappresentante sindacale dell’USB, rappresentano una situazione al limite.

“Una condizione di cui la chiusura della mensa è solo un segnale – afferma Barbagallo che ricorda come tempo fa erano partite numerose segnalazioni sulle condizioni igieniche, relative alla presenza di animali e al cattivo stato di conservazione del cibo. Come organizzazione sindacale, non possiamo accettare una situazione di questo tipo – procede – che grava sui colleghi che, a causa della sospensione del servizio, dovranno portarsi il pasto da casa e pagare di tasca propria”.

Un inconveniente di cui è stato informato anche il comandante, che si somma alle numerose criticità registrate nel comparto di Catania. “Oltre alla mensa, problema già segnalato negli ultimi mesi – continua Barbagallo – resta ancora irrisolta la questione legata ai fondi per la riqualificazione di tutte le nostre strutture, realmente fatiscenti”. Alcune opere sono state eseguite nel distaccamento di Acireale, ma occorre altro. “Servono finanziamenti – incalza il sindacalista – per le nostri sedi di servizio e la nostra sicurezza”.

Anche rispetto ai mezzi le cose sono leggermente migliorate, anche se le nuove APS (Auto Pompa Serbatoio) restano comunque insufficienti rispetto alle esigenze e comunque sarebbero sforniti di tutta l’attrezzatura a norma di legge. “Vi è inoltre l’esigenza di investire sulla formazione del personale – evidenzia ancora – cosa che a Catania non è possibile dal momento che l’insufficienza nella dotazione organica non permette di distrarre quasi nessuna unità di personale per la formazione didattica. Questo porta a crescere poco professionalmente”.

Barbagallo si sofferma sul lavoro intenso operato dai vigili del fuoco catanesi, così come dai colleghi di Enna, per sensibilizzare le istituzioni, a partire dai sindaci, alle numerose problematiche di tutti i comprensori siciliani. “Occorre che la politica solleciti il governo a intervenire concretamente per invertire uno stato delle cose inaccettabile. Acireale, Riposto, Caltagirone ad esempio – spiega – occorre riclassificare le sedi per via dell’elevato rischio idrogeologico”.

Insomma, le problematiche non mancano. “L’ultima in ordine di tempo è la volontà di spostare il nucleo sommozzatori, una vera eccellenza, in collina – prosegue – alla quale ci siamo ribellati. Noi sindacati insistiamo su tutto quello che non funziona – conclude – ma l’amministrazione centrale non sempre risponde. Per questo, abbiamo inviato anche una lettera anche al presidente Musumeci e abbiamo proclamato lo stato di agitazione”.

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