Ponte di Blufi, la chiusura preventiva rischia di diventare definitiva - QdS

Ponte di Blufi, la chiusura preventiva rischia di diventare definitiva

Ponte di Blufi, la chiusura preventiva rischia di diventare definitiva

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mercoledì 05 Gennaio 2022

Questo fino a quando non si traccerà una strategia di intervento complessiva che dovrà coordinare l’ingegnere chimico, Salvatore Pampalone, a capo della Direzione viabilità dell’ex Provincia.

La “chiusura preventiva” del ponte di Blufi, che il responsabile dell’Ufficio progettazione e gestione della viabilità dell’area nord/est della Città Metropolitana di Palermo, Elio Venturella, aveva anticipato a QdS, rischia di trasformarsi in “definitiva”, almeno fino a quando non si traccerà una strategia di intervento complessiva che dovrà coordinare l’ingegnere chimico, Salvatore Pampalone, a capo della Direzione viabilità dell’ex Provincia.

Pampalone ha convocato per il 17 gennaio alle ore 11:00 una conferenza di servizio, che si terrà in presenza digitale, nella quale si auspica la partecipazione dei responsabili degli Uffici regionali, coinvolti per competenza amministrativa e dei Comuni interessati al viadotto che collega i versanti del fiume Himera meridionale, dove si snoda la Intercomunale 27 “di Sant’Andrea”.

Oltre ai Comuni di Castellana Sicula, Petralia Sottana e Blufi, dal quale il 16 dicembre è partita la segnalazione sulle “criticità della base della pila del viadotto” è stata invitata anche una rappresentanza dell’Unione dei Comuni Madonie, che per la messa in sicurezza della viabilità secondaria delle Madonie avrebbe a disposizione un piccolo tesoretto e a cui si potrebbe chiedere la rimodulazione di una parte della campagna rattoppi prevista nei prossimi anni.

In indirizzo mancherebbe una rappresentanza delle organizzazioni datoriali e sindacali, non perderebbero l’occasione per stigmatizzare la “comodità” con la quale si sta affrontando la questione che, a detta di tecnici del settore, si potrebbe risolvere nell’immediato con il posizionamento di gabbioni metallici zincati, riempiti di pietrame, da collocare a protezione della base del pilone, oltre che con una lieve correzione del corso d’acqua.

Intervento bastevole, a detta del professionista che abbiamo interpellato, per riaprire la strada e senza creare ulteriori disagi, nelle more di eseguire ulteriori azioni, che richiedono tempi insostenibili.
Cosa diversa sarebbe se avessero constatato un indebolimento del cemento dei pali, venuti alla luce a causa dell’erosione del terreno di sedime della fondazione del pilone n° 9. Pare che, ancora non sia stata fatta alcuna valutazione a seguito di saggi sulla consistenza del calcestruzzo.

Al momento risulta solo che l’Ufficio Tecnico del Comune di Castellana Sicula, che al tempo ha predisposto la gara d’appalto,  ha prontamente inviato all’ingegnere Venturella il faldone del progetto.

Per tutto il resto c’è tempo e il tempo, nello specifico, genera solo perdite irrecuperabili per le attività commerciali dei Comuni di Blufi e Castellana Sicula e per le centinaia di lavoratori costretti a percorrere oltre 30 km per raggiungere l’altro versante dell’Himera e oltre 20 per raggiungere lo svincolo di Irosa (via Tremonzelli). Conteggio chilometri per il rientro a parte.

Abbiamo contattat l’ingegnere Pampalone, per chiedere spiegazioni in merito alla data della conferenza di servizio, apparsa, dal 23 dicembre – giorno di chiusura al transito del viadotto – troppo lontana.
«Sono in ferie per motivi personali – ha riferito a QdS il super burocrate dell’ex Provincia – ci aggiorniamo alla prossima settimana». Comodamente, alla fine il conto del disagio Pantalone lo paga per tutti.
                                                                                             

Vincenzo Lapunzina

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