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Ponte e dintorni

Antonino Lo Re

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Giovanni Pizzo  |
martedì 11 Aprile 2023

In maniera acritica, senza benaltrismo, ma propositiva, si vuole formulare qualche riflessione sul Ponte dello Stretto

In maniera acritica, senza benaltrismo, ma propositiva, si vuole formulare qualche riflessione sul Ponte dello Stretto. Soprattutto ci si vuole soffermare sui dintorni del Ponte.

Dalle informazioni date ai media dal Ministero delle Infrastrutture guidato da Salvini si evince che il ponte nella sua massima altezza misura 65 mt. Ora valutiamo cosa c’è nei dintorni di questa che promette di essere un’opera che dovrebbe, per il costo soprattutto, scavalcare qualche secolo, almeno in quanto a utilità.

Nei dintorni del Ponte c’è il porto di Messina e quello di Catania. Una fetta importante, soprattutto a Messina, degli introiti di questi due porti è rappresentata dalla voce crociere. Ora sia due compagnie italiane come Costa Crociere e MSC hanno navi che superano l’altezza massima del ponte, e quindi queste due città rischiano di essere saltate da questo importante flusso turistico economico. Stessa cosa dicasi per navi di altre compagnie. Inoltre a poche miglia c’è il porto di Gioia Tauro e quello di Augusta interessati alle navi portacontainer.

Ora da quando è stato raddoppiato il canale di Suez assistiamo sempre più, con ritmo incalzante, al varo di super navi che tendenzialmente arriveranno a mostri da un milione di tonnellate. Queste navi, la strategia per un opera del genere è guardare al futuro, saranno costrette a circumnavigare l’isola. Ma questo ponte deve essere costruito per dare vantaggi a siciliani e calabresi, non a renderli non fruibili e allontanati dai flussi. I sistemi portuali sono importanti per i territori, molto di più di quello che percepiamo.

A meno di non pensare ad un super Hub ad Augusta che risolve lo scarico dei container, i cinesi da tempo cercano un Hub, provenienti da Suez e l’imbarco in navi più contenute per i porti di attracco mediterranei. In caso contrario favoriremmo solo i cugini spagnoli del porto di Barcellona, oggi tra i primi al mondo. Il sistema dei trasporti è un sistema scacchistico interconnesso, ogni spostamento deve essere calibrato e inquadrato. Il progetto del Ponte sullo Stretto è un progetto vecchio, il canale di Suez era la metà, che ha avuto una gestazione lunghissima, e si rischia di fare si che questa sia più lunga della vita utile di quest’opera.

Le dinamiche dei trasporti, dei flussi delle merci, delle fruibilità dei porti anche connesse alle nuove fonti di energia ad idrogeno con cui rifornire le navi, le stazze del naviglio sono mutevoli e non statiche. Avrebbero bisogno di uno studio trasportistico di livello internazionale, e non provinciale. Prima di cominciare sarebbe bene avere uno studio approfondito, e non cercare di cucinare con la pentola a pressione al tempo del Bimbi.

Non si vuole fermare il futuro, impossibile, e nemmeno ostacolare il Ponte. Solo che mentre, come spesso accade in Italia si discute e si perde tempo, il mondo circostante è cambiato. Si cerca solo di contribuire, ora che sembra che stiamo procedendo, a una maggiore riflessione tecnica. La gatta frettolosa fa gattini ciechi.

Così è se vi pare.

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