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Ponte e scarti: ecco quali saranno i punti di raccolta dei materiali di scavo

Ponte e scarti: ecco quali saranno i punti di raccolta dei materiali di scavo
Ponte sullo Stretto di Messina, rendering

Per la sola sponda sicula si parla di oltre 12 milioni di metri cubi di materiale da movimentare: ecco come verrà gestito.

Il Comune di Villafranca Tirrena e le cave di Venetico. Ma non solo. È qui che saranno accatastati gli scarti delle opere di bonifica e degli scavi per la realizzazione del ponte sullo Stretto. Prevista a Milazzo l’installazione di pontili mobili per il trasporto degli scarti via mare. Tutto in attesa della Corte dei conti, che mercoledì ha chiesto una serie di corpose integrazioni alla società Stretto di Messina.

Il via libera

Nei giorni scorsi è stato il Comune di Venetico ad ottenere il via libera dell’Assessorato regionale Territorio e Ambiente e il parere favorevole del Comitato tecnico-scientifico sulla destinazione dell’area delle cave abbandonate come deposito temporaneo per gli inerti che saranno prodotti dalla costruzione del ponte sullo Stretto

L’amministrazione comunale punta a trasformare quell’area — dopo la fase cantieristica — in un parco urbano collegato alla pista ciclabile costiera, con la bonifica dell’ex discarica di Senia come primo intervento concreto. 

Rocce e scavo

La voce più consistente degli scarti è rappresentata da terre e rocce da scavo (TRD): materiali provenienti dallo scavo di gallerie, trincee e sbancamenti. A questi si aggiungono materiali inerti (massicciate, ghiaie, sabbie), frammenti di calcestruzzo, conglomerati, macerie da demolizione e, in alcuni casi, fanghi e residui classificati come speciali non pericolosi che richiederanno trattamenti specifici prima del deposito o del riuso. 

Le stime contenute nella documentazione di progetto indicano ordini di grandezza molto rilevanti: per la sola sponda sicula si parla di oltre 12 milioni di metri cubi di materiale da movimentare, con impatti logistici pesanti sul territorio. Uno dei principali impatti è ascrivibile al capitolo viabilità, con lo spostamento dei mezzi pesanti all’interno della provincia tirrenica.

La volontà della Stretto

Da qui, la volontà della Stretto di Messina di realizzare dei pontili nell’area di Milazzo per lo spostamento del materiale di risulta. Su quali saranno le tempistiche si è espresso ai microfoni del Quotidiano di Sicilia il numero uno della società romana, Pietro Ciucci

“Questa cosa chiaramente farà parte in maniera dettagliata della progettazione esecutiva e quindi anche la realizzazione (e l’esatta collocazione, ndr) dei pontili che sono provvisori e che servono a limitare i trasporti via terra. Abbiamo dato questa indicazione al Contenente generale di massimizzare i trasporti via acqua e via mare, limitando i trasporti via terra e quindi gli impatti sulla viabilità ordinaria. Questo per noi è un obiettivo primario”, ha spiega l’amministratore delegato.

Ponte sullo Stretto, il piano per gli scarti

Il piano operativo del progetto prevede una pluralità di aree di deposito, distribuite su entrambe le sponde: oltre alla scelta locale di Venetico per parti del materiale, in passato sono stati individuati — per la Calabria — siti come Limbadi (Vibo Valentia), Terranova Sappo Minulio e due aree a Seminara (Reggio Calabria).

Si tratta di ex cave o aree già degradate e dunque ritenute utilizzabili per depositi temporanei o definitivi. A livello operativo il progetto contempla anche ipotesi di riutilizzo in loco (frantumazione per produrre inerti da riutilizzare nel calcestruzzo) e depositi destinati a ripascimento o lavorazioni successive. 

L’impatto per la provincia tirrenica sarà comunque imponente: da un lato gestire una fase cantieristica che comporterà traffico pesante e operazioni di cantiere; dall’altro trasformare l’impatto in opportunità di rigenerazione — lago di cava mantenuto come bacino di laminazione, pista ciclabile in continuità con il lungomare e riqualificazione dell’ex area ferroviaria. La bonifica dell’area di Senia è presentata come passaggio obbligato per restituire territorio alla collettività. 

Il trasferimento

Il trasferimento e lo stoccaggio di milioni di metri cubi non sono aspetti secondari: restano aperte questioni politiche, tecniche e ambientali che obbligheranno a controlli stringenti, piani di monitoraggio e procedure di cantiere volte a minimizzare impatto e rischio idrogeologico, aspetti che riguarderanno il progetto esecutivo dell’opera se la delibera Cipess otterrà il via libera della Corte dei conti.

Gli scarti del ponte sullo Stretto di Messina saranno accatastati e gestiti in varie aree espropriate e attrezzate principalmente anche nel comune di Villafranca Tirrena, sempre in provincia di Messina,come da elenco catastale contenuto nel Piano Utilizzo Terre (PUT) del progetto definitivo. Le aree destinate al deposito o accatastamento degli scarti includono terreni classificati come cave, agrumeti, vigneti, uliveti, frutteti, e aree urbane di proprietà pubblica e privata, tutte sottoposte a mitigazioni ambientali specifiche.

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