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Ponte, Cgil: “Poca trasparenza”; la replica della Società dello Stretto: “Operiamo nel pieno rispetto delle norme”

Ponte, Cgil: “Poca trasparenza”; la replica della Società dello Stretto: “Operiamo nel pieno rispetto delle norme”

“La Cgil – dice Gesmundo – ribadisce la propria storica contrarietà alla realizzazione del Ponte sullo Stretto”. Ecco la risposta della Società dello Stretto.

“Esprimiamo forte contrarietà agli emendamenti 1.46 e 3.038 presentati in sede parlamentare. Rappresentano un attacco diretto ai principi di trasparenza, legalità e partecipazione democratica, oltre a costituire un preoccupante tassello nell’imposizione forzata della realizzazione del ponte sullo stretto di Messina”. È quanto dichiara il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo.

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Gesmundo: “Forzatura giuridica e amministrativa”

In particolare, l’emendamento 1.46, che prevede l’inserimento ‘di diritto’ della società Stretto di Messina Spa nell’elenco delle stazioni appaltanti qualificate, “consente a una società senza esperienza operativa recente e senza requisiti consolidati nel settore, di gestire direttamente appalti miliardari, eludendo il sistema pubblico di qualificazione previsto dal Codice dei Contratti. Una forzatura giuridica e amministrativa – denuncia Gesmundo – che crea un pericoloso precedente e apre la strada a procedure opache, fuori da ogni controllo e da ogni garanzia di trasparenza”.

“Ancora più grave”, per Gesmundo, l’emendamento 3.038 che interviene sul Testo Unico Ambientale per prevedere una deroga accelerata alla Valutazione di Impatto Ambientale per progetti dichiarati di ‘difesa nazionale’, “definizione ambigua e arbitraria, che può facilmente essere estesa ad opere civili o infrastrutturali, come nel caso del Ponte, già qualificato dal governo come ‘strategico’ e ‘prioritario per l’interesse nazionale’”.

“Siamo di fronte a un disegno normativo che punta a silenziare ogni opposizione, a limitare la partecipazione dei territori, a cancellare la tutela ambientale – sostiene il segretario confederale – in nome di un modello di sviluppo autoritario, centralizzato e calato dall’alto. In gioco non c’è solo la legittimità di un progetto infrastrutturale, ma il rispetto delle regole democratiche, delle procedure pubbliche e dei diritti delle comunità locali”.

“La Cgil ribadisce la sua contrarietà al Ponte”

“Inoltre – aggiunge – circolano indiscrezioni relative alla possibile presentazione di un ulteriore emendamento volto a consentire l’acquisto di armamenti attraverso procedure accelerate e sottratte al controllo della Corte dei conti. Anche in questo caso, si tratterebbe di una misura che amplificherebbe modelli decisionali rischiosi, in aperta contraddizione con i principi costituzionali di legalità, responsabilità e controllo sull’uso delle risorse pubbliche”.

Per questi motivi “chiediamo che gli emendamenti in oggetto vengano ritirati e che si apra un serio confronto pubblico sul futuro delle politiche infrastrutturali nel Mezzogiorno, nel rispetto della Costituzione, dell’ambiente e della volontà dei cittadini. La Cgil – conclude Gesmundo – ribadisce la propria storica contrarietà alla realizzazione del Ponte sullo Stretto, opera dispendiosa, inutile, tecnicamente discutibile e socialmente divisiva. Serve una politica dei trasporti centrata sulla mobilità sostenibile, sull’infrastrutturazione diffusa, sulla messa in sicurezza del territorio e sull’occupazione stabile e di qualità”.

Ancora polemica sul ponte, la replica della Società dello Stretto

Non si è fatta attendere la replica dell’Amministratore delegato della Stretto di Messina, Pietro Ciucci, alle affermazioni della CGIL: “Nessun ‘attacco diretto ai principi di trasparenza, legalità, tantomeno deroghe’ per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina. La Società opera sempre nel pieno rispetto delle norme di riferimento”, si legge in una nota.

“Per quanto riguarda la Valutazione di impatto ambientale, sottolineo che l’intero percorso approvativo previsto dalle norme si è concluso positivamente. Il 13 novembre 2024 è stato rilasciato parere favorevole allo Studio di Impatto Ambientale dalla Commissione di Valutazione di impatto ambientale del Mase. Il 21 maggio 2025 la stessa Commissione ha espresso parere favorevole sulla Valutazione di Incidenza Ambientale, ritenendo che ‘tutta la documentazione trasmessa evidenzi la coerenza delle Misure di Compensazione con la necessità di garantire la tutela degli obiettivi di conservazione dei siti e la coerenza globale con la rete Natura 2000’. Nella stessa sede la Commissione inoltre ha dato parere favorevole al perfezionamento delle comunicazioni alla Commissione Europea. A valle dell’approvazione del 9 aprile scorso da parte del Consiglio dei Ministri della cosiddetta ‘Attestazione IROPI – motivazioni imperative di rilevante interesse pubblico’, tutta la documentazione prevista dalla Direttiva Habitat è stata trasmessa dal Governo alla Commissione Europea. Quindi, contrariamente a quanto affermato dalla CGIL, il progetto del ponte ha rispettato tutte le norme previste e in nessun caso l’opera elude responsabilità ambientali”, sottolinea Ciucci.

“Per quanto riguarda l’eventuale qualificazione della Stretto di Messina come stazione appaltante, prevista da un emendamento attualmente all’esame del Parlamento in relazione al DL Infrastrutture, questa richiederebbe comunque l’iscrizione nell’apposito elenco dell’Anac. In occasione di possibili gare da bandire, che non riguardano i lavori principali del ponte già assegnati, la Stretto di Messina sarebbe comunque sottoposta, come tutte le stazioni appaltanti qualificate, alle verifiche attuate dall’Autorità, in aggiunta agli ordinari controlli previsti per la Società. È necessario sottolineare al riguardo che la Società ha attualmente una struttura legale adeguata per questa attività. Quindi le affermazioni della CGIL, circa ‘forzature giuridiche-amministrative e mancanza di esperienza’, sono del tutto prive di rispondenza ai fatti. È inoltre opportuno ribadire che la società Stretto di Messina si conforma alle normative in materia di trasparenza e di prevenzione della corruzione, ponendo in essere gli adempimenti previsti dalle suddette disposizioni nonché dai provvedimenti emanati dall’ANAC”, conclude.