A Catania un incontro per fare il punto sulla realizzazione dell’opera strategica per il Mezzogiorno e sulle infrastrutture connesse
L’iter burocratico per l’avvio dei lavori per il ponte sullo Stretto di Messina è in partenza. Il 16 aprile è stata indetta al Mit la conferenza dei servizi istruttoria. Il ponte “s’ha da fare”: il ministro di Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, e tutti i relatori del Convegno sul tema, organizzato dal Distretto 108Yb Sicilia dei Lions in collaborazione con il Comune di Catania a Palazzo della Cultura, ne sono convinti.
Nonostante i dubbi sollevati dagli ambientalisti, gli esperti di ingegneria, economia e politica sostengono l’importanza della realizzazione dell’opera per lo sviluppo dell’Isola. “Il PIL della nostra regione ammonta a 86 miliardi. Il PIL pro capite è di appena 17.400 euro – fa sapere Antonio Pogliese, past governatore Lions e moderatore dell’evento –. Questi dati fano della Sicilia la penultima regione in Italia, seguita soltanto dalla Calabria. Persino la Sardegna ha un PIL pro capite superiore, del 20%”. Il ministro Salvini intanto annuncia il completamento del ponte nel 2032.
Il piano Matteo Salvini: “Ponte sullo Stretto ha come conseguenza il potenziamento delle altre infrastrutture”
Dall’opera derivare dunque una grande opportunità di rilancio per il territorio, al di là degli aspetti squisitamente politici. “Ben vengano le iniziative come questa che coinvolgono i tecnici per parlare del ponte per quello che è, non di sensazioni – ha detto il ministro Salvini –. Non esiste un ponte leghista, un ponte sovranista…il ponte è il ponte, unisce”.
A proposito delle polemiche di chi sostiene sia prioritario il potenziamento della rete ferroviaria ha aggiunto: “Esistono quelli che ‘però prima del ponte serve la macchina nuova, la scuola di mio figlio, lo scudetto del Milan’. Se c’è qualche difficoltà logistica in Sicilia non è colpa del ponte che non c’è, ma delle distrazioni degli ultimi decenni. Anzi, io dico che il ponte è un acceleratore di sviluppo, di logistica, di infrastrutturazione sia in Sicilia che in Italia; il discorso è esattamente opposto (…). L’obiettivo che mi sono dato è l’avvio dei cantieri entro l’estate 2024, il ché costringe tutti a correre sulle due sponde. Perché l’unica cosa che non posso pensare è di aprire i cantieri di questo benedetto, straordinario, atteso, unico ponte senza la presenza delle interconnessioni necessarie. In questo momento sono in corso investimenti per 30 miliardi di euro in Sicilia e Calabria per l’alta capacità ferroviaria e la rete viaria Palermo-Catania-Messina, per l’alta velocità Salerno-Reggio Calabria”.
Il dietrofront di Salvini: “Il mondo è bello perché offre sorprese inaspettate”
Sembrano lontane anni luce le manifestazioni di dissenso dei siciliani nei confronti dell’attuale ministro, accusato in passato di aver rivolto insulti nei confronti dei cittadini del Sud, che lo hanno persino costretto a scusarsi pubblicamente nel 2015. “Capisco i dubbi di tanti imprenditori, ricercatori, cittadini che da cinquant’anni si sentono dire ‘ci siamo quasi, ci siamo quasi, ci siamo quasi’. Poi arriva Salvini, segretario della Lega, nato a Milano che dopo cinquant’anni propone il ponte tra Sicilia e Calabria – ha sottolineato –. Il mondo è bello perché offre sempre delle sorprese inaspettate”.
Il ministro oggi intende intestarsi anche la battaglia per il potenziamento delle altre infrastrutture siciliane e calabresi: “Il fatto che io sia assolutamente determinato ad avviare i cantieri, costringe anche a lavorare sulle altre infrastrutture – ha continuato –. Sono stato la settimana scorsa a Belpasso, per l’avvio dei cantieri della Misterbianco-Paternò, per il completamento della metropolitana di Catania. Il ponte non è solo il ponte. Legati al ponte ci sono 20 km di collegamenti stradali tra Sicilia e Calabria e anche 25 km di collegamenti interurbani nuovi. Aggiungo che, sulla sponda siciliana, cambierà il mondo perché ci saranno nuove stazioni della metropolitana a Catania che, assieme alle stazioni di Villa San Giovanni e Reggio, costituiranno un anello ferroviario di un circuito metropolitano interregionale”.
Lo scenario previsto e le risposte alle perplessità degli ambientalisti
Matteo Salvini si dice convinto dell’impatto fortemente positivo del ponte sull’economia del territorio: “Sarà un attrattore di sviluppo anche turistico (…) Il valore aggiunto stimato sul PIL è di 23 miliardi di euro, di cui 22 principalmente a vantaggio delle famiglie di Sicilia e Calabria. L’opera consentirà l’impiego di 37 mila occupati stabili e, considerando l’indotto e l’indiretto, di 120 mila lavoratori complessivi”, ha spiegato.
A chi nutre perplessità sulla capacità dell’infrastruttura di resistere al vento, ai terremoti, al passaggio del treno, nonché di consentire ugualmente il transito delle navi, il ministro risponde così: “Questa non è una mancanza di rispetto nei confronti di Salvini e del Governo nei confronti delle migliaia di professionisti che nel corso dei decenni hanno lavorato a quello che Salvini metterà in cantiere e che verrà completato nel 2032”.
L’annuncio dell’assessore Aricò: “Entro il 31 dicembre la Pa-Ag sarà completata”
La sicilianità non può essere sinonimo di alienazione dal resto del Paese e di difficoltà negli spostamenti interni. L’assessore alle Infrastrutture e alla Mobilità della Regione Siciliana, Alessandrò Aricò, accusa il Governo precedente dei ritardi sul completamento dei cantieri della Pa-Ct: “Il ponte non basta – ha spiegato – e abbiamo potuto appurare che soltanto tre cantieri della nota autostrada contavano la reale presenza di operai, nonostante avessimo più volte espresso i nostri dubbi, a cui sempre seguivano le rassicurazioni dei vertici dell’Anas. Oggi dobbiamo riuscire, come Malta e Gran Bretagna, a fare dell’insularità un grande vantaggio. Così abbiamo avviato l’iter per l’affidamento di gare per 1 miliardo di euro per il trasporto pubblico locale, ci siamo intestati la lotta al caro-voli, abbiamo sostituito agli 80 euro al mese di Renzi centinaia di euro di contribuiti per la mobilità”.
Dopo la messa in cantiere dell’opera, sono previsti 8 anni per il suo completamento. “Noi nel frattempo non possiamo stare fermi – ha detto ancora –, dobbiamo potenziare i collegamenti navali, portuali, aeroportuali, ferroviari. Abbiamo intanto ottenuto il cronoprogramma dall’Anas per la Pa-Ag, che doveva essere finita nel 2015, per cui al 31/12/2024 saranno cessati tutti i cantieri. Abbiamo costruito la prima nave siciliana che si sposterà tra Porto Empedocle e Lampedusa, per 120 milioni di euro, che trasporterà passeggeri e mezzi senza bisogno di attracco, con sistemi simili a quelli di cui sono dotate le navi petrolifere. Adesso occorre valutare la possibilità di finanziare un’ulteriore imbarcazione”.
Il Sud Italia tra criminalità e questione settentrionale, il direttore del QdS: “12 miliardi per il ponte vi sembrano troppi? Ecco quanto abbiamo speso per le opere del Nord negli ultimi anni”
“Ad avviso di alcuni economisti a cui noi vogliamo molto credito, nel nostro Paese non esiste la questione meridionale, ma esiste la questione settentrionale. Perché le accuse più cattive che fanno alla Sicilia e alle regioni più vicine sono quelle che riguardano la criminalità organizzata – ha fatto sapere Carlo Alberto Tregua, direttore del Quotidiano di Sicilia e storico membro dei Lions –. Ma noi dobbiamo rilevare che il maggior numero di comuni sciolti per mafia si trovi in Lombardia e in Veneto, perché è ovvio che la criminalità organizzata vada dove ci siano i soldi. Dove c’è povertà vive, ma non trova la sua primaria attività”.
A proposito delle polemiche sui costi di realizzazione del ponte, il direttore ha condannato le critiche di chi vorrebbe destinarne gli investimenti per altri scopi: “Al Nord, negli ultimi 12 anni, sono stati investiti per le infrastrutture oltre 32 miliardi – ha aggiunto – per costruire la Torino-Lione, il traforo dei Giovi, il traforo del Brennero e per la galleria che passerà sotto il golfo di Genova per collegarne il lato est con il lato ovest. È una sciocchezza da benaltristi sostenere che i 12 miliardi per la costruzione del ponte sullo Stretto siano troppi, considerando pure che il manufatto in quanto tale ne costi la metà e che il resto dell’investimento serva a potenziare le infrastrutture in Calabria e Sicilia”.
Pure secondo Carlo Alberto Tregua il ponte potrebbe essere un forte ausilio all’aumento del PIL del territorio: “Si stima un incremento di 96 miliardi. Ancora pochi, se consideriamo che la Lombardia ne faccia 405 – ha continuato –. (…) La prima legge sul ponte risale al 1971 (…) quindi smettiamola di continuare a parlare del nulla, facciamo le cose con concretezza”.
Tra le azioni concrete da mettere subito in campo per supportare l’economia dell’Isola, un’attività strategica a supporto del turismo: “C’è un’affluenza di turisti in Sicilia notevole, quasi miracolosa, perché non dovuta a una politica mirata. La Sicilia è dunque attrattiva di per sé. Se ci fosse un’attività organizzata, riusciremmo a moltiplicare le presenze che, nello scorso anno, sono state solo 16 milioni, contro le 70 milioni del Veneto (…) – ha spiegato –. Come ho suggerito all’attuale ministro per la Protezione civile e per le Politiche del mare, Nello Musumeci, occorre creare una task de force che possa organizzare convegni a livello nazionale e visitare le ambasciate del mondo per attrarre turisti. Per esempio russi, giapponesi, cinesi sono innamorati dell’Italia”.
L’alta velocità impossibile in Sicilia e i paradossi sull’alta capacità: chiusa la linea ferroviaria Catania-Palermo fino al 2025
Un turismo senza infrastrutture è un’opportunità mancata. Per questo occorre realizzarle, di pari passo alla promozione del territorio, senza assurdi paradossi: “Abbiamo chiuso la linea ferroviaria Catania-Palermo dal 2023 fino a settembre del 2025 – ha sottolineato –. Oggi non si può andare a Palermo col treno perché stanno costruendo l’infrastruttura per l’alta capacità (…). Cosa sarebbe successo se avessero chiuso la Milano-Torino?”.
Una domanda retorica che si aggiunge alla consapevolezza del fatto che, quando la rete sarà completata nel 2032, potrebbe essere già obsoleta: “I treni ad alta capacità della Messina-Catania-Palermo viaggeranno a 200 km/h e non a 350 km/h come gli attuali ad alta velocità”, ha concluso.
Le voci di alcuni dei protagonisti
“Il ponte si deve fare, punto e basta – afferma Marco Romano -. Abbiamo bisogno di un investimento infrastrutturale strategico per il territorio. Noi siamo un componente fondamentale del sistema Europa e le nostre riflessioni di cortile ci fanno spesso dimenticare la riflessione maggiore che dovremmo fare: i nostri obiettivi devono essere di sfruttare le risorse Ue per generare risultati concreti, nonché l’intenzionalità di comunicare che il ponte si deve fare. Perché? La letteratura economica ne ha dimostrato la sostenibilità dei costi e i vantaggi nel breve, medio e lungo periodo. Sappiamo che il ponte può aumentare la capacità competitiva delle imprese e l’attrattività, che può avere un impatto nei diversi settori economici con un effetto moltiplicatore di ogni euro investito, che può soddisfare le richieste del settore turistico nell’attesa che il sistema aeroportuale si adegui alla domanda. Inoltre il ponte rappresenta una vera sfida tecnologica, che può sortire il potenziamento della ricerca e dell’innovazione, oltre che fungere da attrattore d’investimento per l’ambito tecnologico ad alto valore aggiunto. In Calabria l’infrastruttura potrà anche favorire l’agglomerazione e le economie di localizzazione”.
“L’accelerazione dell’iter per la realizzazione del ponte sullo Stretto a livello ministeriale pone una questione centrale: il tema dell’insularità nel momento stesso in cui la riforma costituzionale ha riposto l’insularità come questione fondamentale dei diritti dei cittadini – dice La Greca -. In questo quadro l’ipotesi del collegamento stabile della Sicilia con il continente diventa di duplice valenza. L’insularità dell’Isola rimarrà un’insularità di rotta? L’opportunità del ponte, struttura inverosimile nell’immaginario che supera qualsiasi aspettativa tecnica, avvicina il genio delle costruzioni italiane michelangelesche. È sfida difficile da essere accolta e gestita, che dal punto di vista tecnico atterrisce. I più grandi ponti sono stati realizzati, ma su di loro il treno non è mai passato. Questa progettazione supera l’ingegneria civile, sfociando nella meccanica e nell’aeronautica; una sfida tecnica che continua a lasciare delle perplessità”.