Infrastrutture

Ponte sullo Stretto, il no di Bonelli: “Non risolverà il gap infrastrutturale della Sicilia”

Prosegue il giro di consultazioni in consiglio comunale interno alla Commissione ponte sullo Stretto: mercoledì mattina a palazzo Zanca è intervenuto in aula il co-portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli.

Diverse le tematiche affrontate con i consiglieri che hanno preso parte all’incontro. Focus in particolare sulla reale utilità dell’opera e sulle ricadute sul territorio. Presenti anche i comitati No ponte e l’ex sindaco di Messina, Renato Accorinti, convinto sostenitore del “no” all’opera.

Ponte sullo Stretto, gli incontri: si parte con Angelo Bonelli

Quello di oggi a palazzo Zanca con l’onorevole Bonelli ha dato il via a una serie di incontri tra politici, tecnici della società Stretto di Messina e consiglieri comunali per provare a comprendere tempistiche e modus operandi pensati dalla Stretto di Messina Spa in merito alla realizzazione del progetto definitivo del ponte.

Il progetto

Proprio la società era già stata in città lo scorso 18 marzo con l’amministratore delegato Pietro Ciucci e il seguito di tutto il suo entourage di tecnici. Oltre a Bonelli, a parlare in aula anche Pierpaolo Montalto, segretario regionale di “Sinistra italiana”, Mauro Mangano, segretario regionale di “Europa Verde”, Maria Campese, segretario nazionale di “Sinistra italiana”, responsabile del settore trasporti. Nulla è ancora stato approvato e il progetto definitivo per la realizzazione del ponte sullo Stretto resta sotto il giudizio del Cipess e degli enti preposti alla verifica sull’impatto ambientale dell’opera, ma intanto a palazzo Zanca proseguono i confronti tra le parti in causa per spiegare nel dettaglio alla città cosa accadrà nel caso in cui i cantieri dovessero effettivamente essere avviati.

La critica di Bonelli

Tutto con l’opposizione critica e politica dello stesso Bonelli, che aveva fatto emergere, all’atto della presentazione del progetto definitivo per il ponte sullo Stretto, quelle che erano risultate essere le 68 importanti criticità confermate dalla commissione scientifica chiamata ad analizzare l’opera.

Il Cipess, l’organo ministeriale che si occupa di approvare i singoli progetti del Programma delle Infrastrutture Strategiche per il Paese, avrà adesso 90 giorni di tempo per esprimersi nel merito. Nel frattempo, in città, il dibattito avanza anche tra i consiglieri comunali, con più di qualche consigliere della maggioranza di Basile che non sembra affatto convinto di seguire il sindaco nel placet sulla realizzazione dell’opera.

Nel corso delle prossime settimane, intanto, i tecnici della Stretto di Messina cominceranno a relazionare in merito al programma di costruzione del ponte passando per l’impatto ambientale dell’opera. Spazio anche ai temi dell’occupazione, dei corsi di formazione sul territorio e della selezione dei lavoratori, che per legge dovranno provenire in maggioranza da Sicilia e Calabria. Per Bonelli, che ha raccontato anche delle sue origini siciliane (i genitori sono originari di Ravanusa, AG), si tratta di “un’opera che non ha ragione di esistere in considerazione del gap infrastrutturale che sconta la Sicilia con il resto d’Italia”.

Bonelli intende “integrare l’esposto alla Procura della Repubblica con le 68 osservazioni del comitato. Manca la valutazione sismica, mancano le prove del vento, come dimostrato a pagina 47 del documento segnalato dal comitato scientifico”. La mancanza di trasparenza resta un tema centrale per il deputato, al quale sarebbe stato negato un accesso specifico agli atti del progetto prima della sua presentazione.

“Si va avanti violando le direttive europee e non si ascoltano i bisogni dei cittadini che vivono in questa terra – ha aggiunto ancora Bonelli ai microfoni del Quotidiano di Sicilia – ecco perché non daremo tregua alla società Stretto di Messina. Non è possibile che non si faccia un dibattito pubblico per la realizzazione del ponte: è previsto per legge. Ricordo ancora la littorina che prendevamo con i miei per spostarci da Roma ad Agrigento. Sono trascorsi diverse decenni e il problema è che quella littorina in Sicilia c’è ancora”.