Ponte sullo Stretto, il Ministero dell'Ambiente stronca il progetto

Ponte sullo Stretto, il Ministero dell’Ambiente stronca il progetto: “Necessarie oltre 200 integrazioni”

Ponte sullo Stretto, il Ministero dell’Ambiente stronca il progetto: “Necessarie oltre 200 integrazioni”

Hermes Carbone  |
martedì 16 Aprile 2024

Sono stati richiesti dati più chiari e completi sull’impatto delle opere sull’ambiente marino

Duecentotrentanove nuovi documenti riguardanti l’impatto ambientale che potrebbe avere la realizzazione del ponte sullo Stretto nell’area prescelta dal progetto tra Sicilia e Calabria. Arriva come un fulmine a ciel sereno da parte degli esperti del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, proprio nel giorno della convocazione al Mit della prima Conferenza dei servizi del ponte, la richiesta alla società Stretto di Messina Spa di una sostanziosa integrazione documentale del progetto.

Ponte sullo Stretto, “valutare l’impatto ambientale”

L’ambito più corposo riguarda le richieste per la Valutazione di impatto ambientale (Via), per le quali sono necessarie ben 155 integrazioni rispetto all’attuale documento. Altre 66 integrazioni sono state richieste per la Valutazione di incidenza (Vinca), che verifica le conseguenze di un’opera sui siti Natura 2000, i siti protetti e di interesse dell’Unione Europea. Per il Piano di utilizzo terre (Put) sono state richieste 16 integrazioni, altre due infine per la Verifica di ottemperanza (Vo). 

La comunicazione è stata pubblicata sul sito della Commissione Via-Vas del Mase, l’organismo che insieme al Cipess dovrebbe dare parere favorevole per permettere al progetto definitivo di diventare esecutivo. Dopo i pareri della commissione scientifica, che aveva già evidenziato 68 criticità rispetto al progetto presentato lo scorso febbraio dalla società presieduta da Pietro Ciucci, arriva dunque un altro step e di una entità che rischia di pesare in modo considerevole rispetto al piano di azione pensato dalla Stretto di Messina.

Ponte sullo Stretto, dal ministero un documento di 42 pagine

Sono molteplici le richieste contenute nel documento di 42 pagine firmato dal coordinatore della Sottocommissione VIa, Paola Brambilla. Il ministero chiede in sostanza alla Stretto di Messina di spiegare la compatibilità del progetto con gli aggiornamenti dei vincoli ambientali e paesaggistici e degli strumenti di pianificazione territoriale. Mancanze che erano già state messe in conto dalla stessa società, per un aggiornamento di progetto realizzato in tempi strettissimi e pressoché fotocopia di quello risalente al 2011.

Diverse poi le richieste per un’analisi più approfondita dei costi e dei benefici dell’opera – non del tutto chiari, al momento – oltre a un quadro riassuntivo di tutti gli interventi previsti, “non limitandosi al solo elenco delle opere variate”, come si legge nel documento. Il Mase lamenta che la società Stretto di Messina “non descrive il sistema di cantierizzazione, limitandosi all’elenco delle aree di cantiere” e non abbia fornito informazioni sufficienti sulla gestione e lo smaltimento delle terre e rocce da scavo, uno degli aspetti sui quali dovrebbero avere un ruolo centrale gli armatori che operano attualmente nello Stretto.

Ponte sullo Stretto, chiesto anche un quadro aggiornato sul pericolo maremoto

Al committente viene quindi richiesto “un quadro aggiornato e congruente” sulle “condizioni di pericolosità da maremoto” e l’aggiornamento delle stime sulla qualità dell’aria nella fase di cantiere e in quella di esercizio. Alcune delle richieste del Mase sono del tutto congruenti rispetto alle stesse criticità che erano state elevate all’atto della presentazione del progetto da parte della società, lo scorso febbraio. Era dunque lecito attendersi, negli uffici romani della Stretto di Messina, che il progetto così come era stato presentato non potesse diventare esecutivo. Forse, però, non con questa mole di richieste aggiuntive da parte dei tecnici dello stesso ministero.

Alcune delle integrazioni documentali richieste dal Mase seguono quelle che proprio al tavolo tecnico di quest’oggi sono state presentate dai tecnici del Comune di Messina, con la Città Metropolitana che ha di fatto dichiarato irricevibile l’attuale progetto. Sarà necessario avere un quadro più chiaro in merito all’impatto del ponte sull’ambiente marino, sui corsi d’acqua superficiali, sulle acque sotterranee, in particolare nell’area dei laghi di Ganzirri, all’interno dell’area protetta di Capo Peloro.

Ulteriori integrazioni vengono poi chieste dal Ministero dell’Ambiente sul consumo del suolo, sugli studi geologici, sui rischi di subsidenza e di dissesto, sugli effetti del Ponte sulle attività agricole, sul rumore a terra e sottacqua, sulle vibrazioni e i campi elettromagnetici. Elevati sono i rischi per la biodiversità, la flora e la fauna, il paesaggio e la salute pubblica, come sottolinea ancora il Mase.

Ponte sullo Stretto, i timori del sindaco Basile

Perplessità che vanno a braccetto con quelle esposte dal primo cittadino di Messina e dal consiglio comunale di Villa San Giovanni. Per Basile i timori del progetto riguardano le contaminazioni delle falde acquifere, l’erosione costiera e la distruzione della riserva naturalistica all’interno della quale insistono i laghi di Ganzirri. Tutti temi esposti durante la Conferenza dei servizi di quest’oggi a Roma. Tema caldissimo, poi, quello riguardante gli espropri, con una scia di polemiche che procede spedita tra città e provincia tirrenica, anch’essa coinvolta nel piano presentato dalla Stretto di Messina Spa.

Dal ministro Salvini le polemiche locali sul piano espropri e sui temi legati all’ambiente, erano state definite solo come un “sottofondo” nel processo di realizzazione della grande opera. La smentita alle sue parole, in questo caso, dopo le dichiarazioni di Giuseppe Conte in visita a Messina nel pomeriggio di lunedì (LINK), è però arrivata dagli stessi tecnici del ministero presieduto da Gilberto Pichetto Fratin.

Iscriviti gratis al canale WhatsApp di QdS.it, news e aggiornamenti CLICCA QUI

Tag:

Articoli correlati

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017