Porti turistici in Sicilia, "Ecco quali riqualificare e perché" - QdS

Porti turistici in Sicilia, “Ecco quali riqualificare e perché”

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Porti turistici in Sicilia, “Ecco quali riqualificare e perché”

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domenica 06 Giugno 2021

Come stanno i porti turistici siciliani? La Regione non risponde a questa domanda. Lo fa Assomarinas, spiegando come e perché occorre riqualificarli.

Abbiamo analizzato nelle scorse settimane lo stato in cui versano i porti turistici della Sicilia, sia sul fronte orientale che su quello occidentale. I numeri e le infrastrutture portuali ad oggi esistenti, secondo i dati ufficiali fornitici dalle associazioni marittime, non vanno certamente a braccetto con una potenzialità turistica – e quindi economica – che sarebbe ossigeno per le casse dell’Isola e, a cascata, per quelle nazionali. Specie in un’epoca martoriata dal Covid-19 come questa.

Gli oltre 1500 chilometri di coste siciliane, negli ultimi 15 anni, hanno fatto registrare un forte incremento della richiesta turistica relativamente alle grandi imbarcazioni da diporto: il numero di approdi in Sicilia è aumentato di quasi il 1000%, ovvero dai soli 40 del 2005 agli attuali 350 circa, che producono oltre 1000 scali intorno alla regione. Ebbene, questi numeri – a quanto pare – non bastano per sollecitare l’interesse e l’attenzione, ma soprattutto un piano di sviluppo concreto, da parte delle istituzioni regionali.

Come stanno i porti turistici siciliani? La Regione tace, Assomarinas risponde

I tavoli tecnici sono stati avviati, ma tutto procede a forte rilento.
Per di più, abbiamo provato più volte a interloquire con i rappresentanti del governo siciliano, nella fattispecie con l’assessore alle Infrastrutture, Marco Falcone, che ha preferito non rispondere alle nostre domande, evitando, dunque, di analizzare un argomento di così grande rilevanza per le sorti dell’Isola.

Le domande in questione vertevano proprio sui temi riconducibili ai porti turistici: dal piano di riqualificazione e incremento di posti stanziali degli attuali porti siciliani, al gap da colmare con gli altri Paesi dell’area del Mediterraneo; dai fondi stanziati e previsti nel Recovery Plan per la portualità, alla grande opportunità turistica che sta mancando la Sicilia. Se la Regione ha preferito tacere, di contro l’Associazione Italiana Porti Turistici “Assomarinas” ha risposto, invece, prontamente al nostro appello.

Roberto Perocchio, Assomarinas: “Riqualificare e rilanciare i porti turistici siciliani, almeno quelli con maggior flusso marittimo”

Roberto Perocchio, presidente nazionale di Assomarinas, ha analizzato dettagliatamente insieme a noi la situazione attuale della portualità siciliana, con tutti i pro e i contro: “La Sicilia è strategicamente fondamentale per il turismo nautico del Mediterraneo – ha esordito Perocchio – e abbiamo avuto sempre un’attenzione particolare rivolta verso l’Isola. Sappiamo bene che tutti i porti turistici si reggono in piedi mediante la commercializzazione dei posti barca, ma la recessione registrata negli anni addietro ha sconvolto non poco alcune realtà importanti, specie in Sicilia.

Paradossalmente il Covid-19 ha ridato un po’ di fiato al turismo marittimo a scapito del traffico aereo e delle altre tipologie di trasferimenti, ciò ha permesso infatti al nostro comparto di allentare la morsa – ha continuato il presidente -. Parto dal presupposto che l’offerta siciliana sia piuttosto corposa, alla luce anche di porti turistici di recente costruzione ma andati subito in grande difficoltà, l’esempio concreto è quello del Marina di Capo d’Orlando.

Ci sono poi i progetti in via di sviluppo di Marsala con una previsione di circa 1000 posti barca e di Portopalo. Ritengo invece che sia assolutamente prioritario, ancor prima dei nuovi progetti da sviluppare, dar sfogo alla riqualificazione e al rilancio dei porti turistici in essere e con maggior flusso marittimo, su tutti certamente Riposto, che fino a poco tempo fa era in uno stato allarmante, specialmente la porzione comunale gestita nel peggiore dei modi. Discorso differente, più una mosca bianca in verità, va fatto per il porto di Castellamare del Golfo, dove il potenziamento della diga Foranea ha prodotto l’incremento di circa 100 posti disponibili.

Alla luce di tutto ciò – ha concluso il numero uno di Assomarinas – è necessario programmare e investire nella maniera più oculata possibile, usufruendo al tempo stesso dei fondi a disposizione, per il bene del turismo e della Sicilia, che spesso rappresenta il valico d’accesso nazionale per la grande nautica da diporto.”

Francesco Ricca

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