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Portinenti, la spiaggia di Lipari che il mare vuole riprendersi

Portinenti, la spiaggia di Lipari che il mare vuole riprendersi
Spiaggia Portinenti Lipari

Dopo meno di un anno dal maxi-intervento da 2,5 milioni finanziato dalla Regione, il litorale di Lipari è di nuovo in crisi: ghiaia trascinata via, strada invasa e dubbi sulla tenuta del progetto

Nel luglio dell’anno scorso fu presentata in pompa magna dalle autorità come l’unica spiaggia balneabile del centro di Lipari. Ne parlarono anche i giornali nazionali come esempio di intervento di recupero perfettamente riuscito. In effetti la spiaggia Portinenti, la storica battigia dei liparoti nell’omonima isola dell’arcipelago eolieno era davvero un bel colpo d’occhio ed era tornata ad essere un litorale di tutto rispetto e tanto amato. Allora il ripascimento finanziato dalla Regione con oltre 2 milioni e mezzo di fondi aveva centrato l’obiettivo, quello di riportare ai vecchi splendori un borgo marino tanto amato da liparoti e turisti che abitano il quartiere vicino all’ospedale, per il quale per decenni numerose associazioni si erano battute per un intervento di recupero. Sono passati meno di 10 mesi dalla cerimonia e la situazione sembra però cambiata. Le mareggiate di quest’anno, alcune molto violente provenienti da sud e sud-est hanno già in parte cambiato il volto della spiaggia, “mangiandosi” diversi metri di spiaggi e soprattutto spostando buona parte della ghiaia da una sola parte della battigia. Ma quello che è paradossale è che le continue mareggiate continuano a riversare il ghiaino sulla stradina che serve gli abitanti della zona. “Una settimana fa – spiega un abitante delle villette vicine alla spiaggia – siamo rimasti con le auto bloccate perché l’ultima mareggiata ha nuovamente ostruito la strada. E’ già capitato diverse volte quest’anno. Abbiamo chiamato il Comune per chiedere un intervento, ma ci hanno risposto che al momento non avevano i fondi per procedere. Abbiamo atteso una settimana prima che la ruspa rimuovesse la ghiaia. Ci siamo battuti per decenni affinché finalmente le autorità si decidessero ad effettuare l’intervento di ripascimento. Ma adesso alcuni di noi se ne sono pentiti. Temiamo che anche l’anno prossimo saremo costretti a dover fronteggiare altre interruzioni se non si interverrà con lavori correttivi”.

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Al momento la spiaggia presenta numerosi cumuli di ghiaia che sono stati accumulati dalla forza del mare e dall’ultimo intervento della ruspa. Poi in prossimità della stagione estiva bisognerà fare una ulteriore azione per riposizionare la ghiaia, con un nuovo costo oltre a quello già affrontato per ricreare quello che in passato è stato chiamato “il salotto balneare” dell’isola delle Eolie.

Ma cos’è che non va? E soprattutto ci si chiede: la spiaggia riuscirà nel tempo a resistere ai marosi? Nell’area per contenere le mareggiate che per fortuna non arrivano da Nord sono stati realizzati due pennelli semisommersi di massi di pietra lavica e una scogliera soffolta sempre con massi dello stesso materiale naturale. Lavori consistenti, ma nonostante queste opere la spiaggia è stata già in parte erosa dal mare. Cosa occorre per evitare che il prossimo anno si verifichino gli stessi inconvenienti? Abbiamo girato queste domande al prof. Giovanni Randazzo, ordinario di Geologia Ambientale all’Università di Messina ed uno dei massimi esperti per il ripascimento delle nostre coste e al progettista dei lavori, Ing Davide Ferlazzo. “Non conosco il progetto che è stato sviluppato per il ripascimento della baia Portinenti – esordisce Randazzo – Conosco, però, bene quella zona e posso dire con la quasi certezza che l’intervento che è stato effettuato probabilmente non riuscirà a contenere la forza del mare e la spiaggia durerà al massimo altri pochi anni, poi sarà inghiottita nuovamente”.

Perché è così drastico professore?

“Verosimilmente per due ragioni. Il primo problema potrebbe essere quel lungo muro di cinta che si trova dietro la spiaggia. Il secondo riguarda la quantità di materiale che è stata utilizzata per il ripascimento. Ma è soprattutto il muro l’ostacolo maggiore. Se non lo modificano la spiaggia non resisterà a lungo nonostante l’intervento massiccio”.

Secondo lei quali interventi risolutivi sarebbero necessari?

“Bisognerebbe trovare un modo più resiliente per cercare di risolvere la situazione. Quel muro impedisce alle onde di sfogare. Quindi la forza dell’onda sbatte contro il muro e ritirandosi si porta via la sabbia. Probabilmente bisognerebbe cambiare quel muro, magari inclinandolo e arretrandolo di un po’, ove possibile, ovviamente. Purtroppo questi interventi sono i peggiori esempi di ripascimento che si possono fare. Sono opere assolutamente a perdere. L’intervento va ristudiato molto a monte con coraggio altrimenti è inutile spendere continuamente soldi pubblici con progetti che seppure fatti bene non sortiranno l’effetto sperato. Purtroppo alle Eolie azioni di una certa consistenza sono difficili. Mi spiego meglio. Se bisogna ripascere una spiaggia nel Ragusano si prevede di riposizionare nell’area interessata un milione di mc di sabbia e ghiaia prelevandola da un’area vicina. Anzi per ottenere un risultato più deciso magari si prevede di posizionare non uno ma due milioni di mc, esagerando, ma con un costo accettabile. In questo modo si creerebbe una spiaggia enorme che cambierebbe completamente la fisiografia dell’area. Alle Eolie per quanto tu possa mettere mc di sabbia o massi lavici ci vorrebbe una spesa enorme per trasportare questo materiale dalla terraferma, magari da aree molto lontane dalle isole”.

Lei è un sostenitore dei ripascimenti periodici, solo quando servono attraverso il prelievo del sedime dai fondali della spiaggia che si intende ripristinare…

“Io sostengo che anziché andare a spendere milioni di euro per un progetto che poi rischia di sparire nel volgere di poco tempo bisognerebbe adottare una tecnica diversa che noi chiamiamo “autotrapianto delle spiagge”. Consiste nel prelevare attraverso un pontone – ma dopo un accurato studio del fondale – il materiale occorrente per ripristinare la battigia, effettuando l’intervento solo quando serve. Sono lavori che non costano molto. Con la somma che viene spesa per un ripascimento si potrebbe garantire il ripristino delle spiagge per tanti anni a venire. Puntare su opere faraoniche, su enormi barriere frangiflutti, è l’errore più grosso”.

Il suo ufficio però ha anche in itinere un progetto di ripascimento della spiaggia di capo D’Orlando attraverso enormi barriere di plastica, che presentano dei fori dai quali penetra l’acqua con sabbia che poi viene trattenuta, che vengono posizionati sulla spiaggia in inverno e poi rimossi ad inizio estate.

“Siamo in dirittura d’arrivo. Il progetto sta andando avanti. Attendiamo soltanto lo stanziamento dei fondi per mettere in pratica il piano e capire che risultati comporta”.

Lei sta studiando un progetto anche per il lungomare di Giardini Naxos

“Nel Duemila abbiamo fatto a Giardini un primo ripascimento. Allora non si resero conto che il problema dell’erosione era causato dal porto che è stato realizzato in maniera errata ed impedisce al sedime di andare da nord a sud e viceversa. Ora abbiamo in itinere un progetto europeo. Speriamo di andare avanti”.

Interviene il progettista Ferlazzo: “Dopo la mareggiata del secolo, sabbia quasi interamente sul posto ma va fatta la manutenzione”

A non condividere le parole del prof. Randazzo è il progettista dei lavori a Baia Portinente, ing. Davide Ferlazzo. “Mi permetto di dissentire con quanto dichiarato dal professore Randazzo – spiega il progettista – anche se ci tengo a dire che noi non abbiamo diretto i lavori sul luogo, ma conosco bene il professionista che lo ha fatto con impeccabile professionalità. Posso comunque dire che i risultati che abbiamo ottenuto con il ripascimento dell’area marina a fronte della mareggiata del secolo, da Levante, che si è abbattuta sulle eolie il 16 gennaio, sono stati ottimi. La sabbia, nonostante l’evento calamitoso di grandi proporzioni, è rimasta quasi interamente sul posto, si è semplicemente abbancata su un solo versante. E questo grazie anche alla decisione di utilizzare per il ripascimento una granulometria di materiale più grossolana per garantire alla spiaggia una maggiore stabilità. I progetti esecutivi sono dotati di un piano di manutenzione per legge. La spiaggia quindi ha bisogno di essere mantenuta per un tot di anni e, se ha bisogno, anche ogni tot mesi o in occasione di eventi eccezionali. Quindi dopo il 16 gennaio bisognerebbe procedere prelevando la sabbia che si è accumulata, cercando di redistribuirla su tutto il perimetro. Quanto ai muri di cui parla il prof. Randazzo, in effetti tutte le barriere verticali in prossimità del mare fanno danno e su questo il professore ha perfettamente ragione”.

In materia di erosione delle coste, e sempre a Lipari, nella frazione di Acquacalda, dal 2019, anno della violentissima mareggiata che spazzò via parte del lungomare della frazione, si parla di interventi per il ripristino di opere a difesa dell’abitato. Tre mesi fa in una conferenza di servizi alla Protezione civile di Messina il responsabile del settore, ing. Manfrè bocciò il progetto dell’amministrazione di Lipari perché aveva previsto oltre a opere a mare e al ripristino del muretto anche il rifacimento dell’asfalto e del cunettone dei sottoservizi. Manfrè allora consigliò ai tecnici del Comune di Lipari di procedere con una variante al progetto in corso d’opera. “A distanza di tre mesi dall’incontro – spiega oggi Manfrè – ancora attendiamo che il Comune ci trasmetta il piano modificato”.

Da quello che emerge il progettista avrebbe consegnato Il 18 marzo al Comune di Lipari il nuovo progetto con le modifiche richieste dalla Protezione civile. Il Comune, però, non ha ancora trasmesso il documento alla Protezione civile regionale perché ha richiesto e ottenuto tutte le autorizzazioni previste dalla normativa, ma attende ancora l’ultima, la Vinca, la Valutazione di incidenza ambientale… Insomma una burocratica “Odissea” tutta eoliana parafrasando l’opera cinematografica di Cristopher Nolan…

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