Posidonia, in Sicilia da rifiuto organico ad affare economico - QdS

Posidonia, in Sicilia da rifiuto organico ad affare economico

Vito Manca

Posidonia, in Sicilia da rifiuto organico ad affare economico

giovedì 03 Settembre 2020

La presenza di questa pianta acquatica è un indicatore dello stato di buona salute del mare. All’Assemblea regionale siciliana un disegno di legge dell’Udc per trasformare i residui in eccesso in un concime naturale

Una sfida che la Sicilia è chiamata a raccogliere. L’affare Posidonia è pulito e può essere vincente. Non soltanto perché “la sua presenza è indicatore della salute del mare”. E perché “è uno dei produttori primari di ossigeno, tale da essere paragonata alle foreste tropicali”. E’ un affare pulito anche perché “i cumuli di Posidonia proteggono le coste dall’erosione e dalle mareggiate, attutendo l’azione delle correnti e del moto ondoso”. Ed è soprattutto un affare economico perché da “rifiuto” può trasformarsi in risorsa.

E’ quel che propone il gruppo parlamentare dell’Udc all’Ars che punta ad “incrementare i piani per sfruttare l’eccesso di Posidonia spiaggiata, trasformandola in concime naturale, ricco di oligominerali, isolante termico o materiale da imballaggio”. Una scelta di campo innovativa che la proposta di legge definisce nei suoi confini d’azione: “La Regione promuove ed incoraggia il recupero ed il riuso dei residui di Posidonia rimossi durante il periodo primaverile-estivo che non è possibile ridistribuire nelle spiagge di provenienza o in altre idonee, in particolare presso gli impianti di trattamento”. L’affare Posidonia passa tuttavia da un’operazione culturale, prima ancora che economica. Non è un’alga ma “una pianta composta da radici, fusto, foglie e fiori”. Ed ancora: “Se danneggiata, occorreranno secoli per recuperarla”. Dà la sensazione, con la sua presenza, che il mare sia sporco. Ma è tutto il contrario. Va dunque difesa. Come è stato fatto nell’Area Marina Protetta delle Isole Egadi, con un progetto che l’ha preservata dai possibili danni della pesca a strascico. Con il sostegno di privati sono stati installati 40 dissuasori. A Mondello, invece, la sua tutela ha riportato i cavallucci marini che sono ormai un’attrattiva per tanti bambini e tante famiglie che scelgono la località turistica palermitana.

Il disegno di legge dell’Udc delinea un sistema di convivenza: “Non sempre questi depositi possono essere lasciati sul posto perché, a volte, percepiti come un ostacolo al turismo ed alla balneazione. La spiaggia ecologica, però, è sempre da preferire ad una spiaggia completamente pulita e costituita solo da sabbia, come quelle che sempre più spesso si possono vedere in giro per il territorio”. Il gruppo parlamentare dell’Udc è pronto ad aprire i cordoni della borsa della Regione per sostenere l’ultimo tassello dell’affare Posidonia con “contributi in conto capitale, nella misura del 50% della spesa ammissibile e nel rispetto del regolamento dell’Unione Europea, da destinarsi alla realizzazione e all’adeguamento degli impianti di trattamento, recupero e compostaggio”.

La gestione dello spostamento e poi del riposizionamento della Posidonia ha regole certe e l’attenzione della UE e del Ministero dell’Ambiente. Il percorso è tracciato da tempo su questo versante e dopo qualche problema iniziale è entrato a regime. Il disegno di legge ha l’obiettivo di creare le condizioni per un passo avanti, con il piano di gestione – il Ministero dell’Ambiente ha una mappa della Posidonia “italiana” – e “con il recupero, se sussistono le condizioni, del materiale sabbioso”, in linea con la disciplina del sistema dei rifiuti. Le garanzie ambientali e di salvaguardia della Posidonia non sono dunque messe in discussione. Ma dagli impianti di trattamento può emergere una nuova opportunità di sviluppo che rientra nel sistema dell’economia circolare. Il disegno di legge dell’Udc ha aperto la porta del dialogo. Toccherà all’Ars mettere il suo sigillo politico.

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