Il primo cittadino di Pozzallo, Roberto Ammatuna, non si è mai nascosto di fronte al tema immigrazione. Ecco il suo pensiero.
Pozzallo, provincia di Ragusa. Cittadina finita più volte nelle prime pagine dei quotidiani nazionali a causa del fenomeno dell’immigrazione, controverso e sempre più al centro di discussioni, sociali e politiche. Difficile trovare una soluzione definitiva al momento.
Il sindaco Ammatuna è perplesso
Il primo cittadino della città marinara, Roberto Ammatuna, non si è mai nascosto di fronte a questo tema e, più volte, ha ribadito di come la situazione attuale vada peggiorando, ragion per cui il governo deve agire prontamente. Il sindaco di Pozzallo ha espresso perplessità e dubbi riguardo la sicurezza della città, oramai diventata paese di frontiera al centro dei flussi migratori da più di dieci anni, e dell’effettivo ruolo delle istituzioni in tutto ciò.
Nel tentativo di porre una lente d’ingrandimento sul comune, sulla questione degli sbarchi, sul controllo dei migranti e sul ruolo delle istituzioni, abbiamo intervistato Ammatuna, il quale ha rilasciato alcune significative dichiarazioni.
“Non possiamo tenerli in gabbia”
“Non possiamo lasciarli rinchiusi all’interno dell’hotspot (i migranti, ndr.), devi lasciarli andare in giro – spiega il sindaco -, figli della rotta orientale di esseri umani, bengalesi e pakistani su tutti. Ma, una volta che loro sono liberi di vagare per la cittadina, è ovvio che si crei una situazione d’insicurezza tra i cittadini”. In onor del vero, a Pozzallo raramente si è stati vittime di atti vandalici o di violenza da parte dei migranti, ma il primo cittadino pone l’accento in questo caso sulla mancanza di controllo, sia per le poche unità di vigilanza a disposizione sia per lo scarso interesse degli organi preposti, cercando di mantenere alta la soglia dell’attenzione.
“Il governo Meloni? Un governo strumentalista e demagogo – dice Ammatuna -, ancorato alla fattispecie controversa delle ONG, incapace di dialogare apertamente e di agire effettivamente sul posto. Combattono battaglie di bandiera con uomini non all’altezza, nulla di più. Manca un’opposizione coesa e decisa.” Ammatuna ha criticato l’operato del governo, reo di focalizzarsi, secondo il suo parere, su questioni non pertinenti. A sua detta “il fenomeno dell’immigrazione non può trovare risoluzione, l’eccessiva disparità mondiale tra Nord e Sud dimostra propriamente questo; una questione che non va bloccata, bensì governata”. Dunque, una questione che andrebbe dibattuta con più soggetti “senza sbattere i pugni sul tavolo”.
Pozzallo accoglie ma con il dovuto equilibrio
“Pozzallo non ha fatto una politica romantica o demagogica: siamo per l’accoglienza ma con equilibrio, tra chi viene accolto e chi accoglie – prosegue Ammatuna -. Nessun giustificazionismo sociologico, esigiamo il rispetto delle regole”. Il primo cittadino si definisce come “quel sindaco che si rivolse al ministro Minniti per annunciare il pericolo incombente di migranti pericolosi provenienti da zone che non hanno nulla a che vedere con chi realmente patisce guerre e fame”. Quindi, un appello ad un maggiore e concreto esame di coloro i quali arrivano sulle nostre coste, già preannunciato.
Questione infinita
In altri termini, il sindaco della città di Pozzallo non comprende la politica dell’attuale governo nei confronti di una simile problematica e, in questa lunga intervista rilasciata, cita punto per punto le questioni reali che colpiscono Pozzallo e, versante nella stessa situazione, Lampedusa. Un paese, appunto, divenuto “di frontiera” capace di tener botta ai tanti sbarchi susseguitisi negli anni, premiato per l’umanità e la solidarietà che però, adesso, deve far fronte ad una politica differente, improntata su diversi approcci e con diversi soggetti a capo. La stagione calda per l’arrivo dei barconi, la primavera, è alle porte e non vi è ancora alcuna rassicurazione dai piani alti. Dubbi e perplessità permangono.