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mercoledì 29 Settembre 2021

La vicenda Morisi è stata la scusa, come fu per l’attentato di Sarajevo, per aprire la sfida europea in Italia

La vicenda Morisi è stata la scusa, come fu per l’attentato
di Sarajevo, per aprire la sfida europea in Italia.

Quasi due anni fa, in un’intervista al Corriere della Sera, Giancarlo
Giorgetti profetizzò “Si Draghi, si Europa, si Euro”. Oggi quella profezia, e la
crisi nella Lega, aprono la strada alla nuova costola del Ppe in Italia.

Parlo volutamente di crisi “nella” Lega e non “della” Lega.

Questa è l’unica strategia utile ai precipui interessi dei
mondi produttivi, non solo al Nord, del ceto medio moderato che non vuole
morire di reddito di cittadinanza, e di diverse comunità intermedie.

La Lega dei territori e non del mobile e volubile voto di
opinione degli italiani.

Morta la prima Repubblica si è liberato un cetaceo dalla
pancia prominente. Il voto di opinione italiano che ha premiato e abbandonato
praticamente tutti i soggetti politici del nostro instabile paese.

Un cetaceo qualunquista che è passato da Berlusconi a Prodi,
da Renzi a Grillo, da Salvini alla Meloni. Illudendo tanti amanti che vellicano
la sua pancia. Un cetaceo che si inabissa e ricompare nel momento elettorale.

Ma oggi c’è Draghi, c’è la pandemia, c’è il PNRR. Ed il
paese non ha bisogno di idee qualunque ma di una visione di marcia ed una
progettualità di cambiamenti veri.

Per questo la Lega territoriale, che è saldamente al governo,
ci dice che la ricreazione è finita.

È la fine di Salvini? Questo lo sa Iddio e non io.
Sicuramente è il tempo delle scelte politiche.

Il populismo web muore con Morisi e il sovranismo ha già un
altro indirizzo.

Cosa può essere la Lega del futuro?

Un incubatore dove possano nascere una Cdu ed una Csu saldate
da visioni, idee forti ed interessi comuni. Probabilmente la distinzione tra le
anime saranno le diversità territoriali, ma l’ancoraggio sarà inevitabilmente
la famiglia europea del Ppe. Che mai come oggi ha bisogno di una robusta gamba
italiana per non far traballare il tavolo dell’Europa.

Ma per fare un matrimonio ci vuole la dote ed un celebrante.
E qui entrano in campo le risorse del PNRR ed il sacerdote dell’euro e dell’Europa,
Mario Draghi.

Le bestie possono, in alcuni casi, anche sbranare i padroni
non accorti, e se Salvini ha testa, o qualcuno accanto che lo può consigliare,
capirà che un mondo è finito ed un altro si fa avanti.

Certo ci sono le dinamiche, non solo giudiziarie, ad
orologeria. Ma è così da sempre, inutile dichiararlo o stigmatizzato.

È partita la lotta vera per il potere arbitrale. Il Quirinale. Ed ogni arma è permessa come ben sapevano i vecchi DC. Saranno mesi di lunghi coltelli e di trame, poi, per fortuna, a Febbraio, tutto terminerà, e le tessere del puzzle potranno andare al loro posto se capiranno quale sia.

Gatto Silvestro

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